11 settembre 2001. Sono passati anni, ma il mondo intero ricorda ancora come se fosse ieri il giorno dell’attentato terroristico più grande della storia. Tutti hanno un ricordo di quelle ore in cui hanno perso la vita 2974 persone, tutti ricordano le sirene dei soccorritori, le telefonate di addio delle vittime, gli ultimi «ti amo» sussurrati tra le lacrime alle persone care o le storie drammatiche di chi si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Il bilancio poteva essere ancora più tragico se il coraggio non avesse trasformato persone comuni in eroi. Dei quattro aerei dirottati dagli uomini di Al Quaeda, solo due hanno colpito l’obiettivo: le Torri Gemelle, nel cuore di New York, simbolo della ‘potenza’ e del fascino della città e dell’America. I grattacieli del World Trade Center che hanno fatto da sfondo a centinaia di film e serie tv (da Spiderman a Superman, da Friends a Sex and the City, dai Soprano ai Simpson) crollano, si sgretolano.
Un terzo, diretto al Pentagono, a Washington, colpisce la facciata ovest dell’edificio. L’ultimo precipita in un campo in Pennsylvania, prima di raggiungere il punto x, forse la Casa Bianca o il Campidoglio, il cui nome in codice era «la facoltà di Legge». I passeggeri del volo United Airlines 93, consapevoli di dover morire, hanno scelto di ribellarsi, riuscendo ad evitare che l’aereo arrivasse a destinazione. Restano le telefonate, parole preziose per chi le ha ricevute, ma anche per ricostruire quanto accaduto. Poche frasi che bastano per raccontare una tragedia senza precedenti.
“Sono almeno in tre, dicono di avere una bomba, ti voglio bene”, mormora Mark Bingham, seduto nelle prime file, alla madre via cellulare. “Hanno già accoltellato un passeggero”, fa sapere un altro uomo alla famiglia. Sanno che per loro è finita. Un passeggero riesce a chiudersi in bagno e chiamare il 911. A terra si prende in esame la possibilità di abbattere il velivolo con un caccia.
Il giorno in cui cambiò la storia
Mancava qualche minuto alle nove quando il primo aereo colpisce uno dei due grattaceli nella Grande Mela. L’esplosione, le fiamme e il fumo avvolgono la parte superiore dell’edificio nord. 18 minuti dopo, alle 9.03, la scena si ripete in diretta tv. Lo United Airlines 175, partito da Boston e dirottato da cinque attentatori, si schianta sulla Torre Sud, tra il 77esimo e l’85esimo piano, a 870 chilometri l’ora. Sul posto si erano già precipitate le telecamere della Bbc e della Cnn, alla ricerca di notizie per quello che – in un primissimo momento – sembrava un’incidente. Ancora fuoco e fumo.
Le torri bruciano, poi crollano in una nuvola di polveri e detriti mentre all’interno tutti cercano di mettersi in salvo. Sono le 10:28, quando davanti agli occhi di increduli di miliardi di persone va in scena il più grande attacco terroristico della storia. Il cielo di New York è avvolto dal terrore e il mondo capisce che gli Stati Uniti sono stati colti di sorpresa da un nemico che ha colpito senza preavviso e che li ha trovati impreparati. Come accaduto a Pearl Harbor, il 7 dicembre 1941. La superpotenza scopre di essere vulnerabile.
Oltre alle Torri Gemelle, i due grattacieli di 110 piani, numerosi altri edifici del World Trade Center furono distrutti o gravemente danneggiati. Poco dopo le 11.00, in un discorso alla Nazione, il Presidente George W. Bush parla di terrorismo. Dietro quanto accaduto c’era la mano di Al-Qaeda, di Osama Bin Laden che . “Puniremo i responsabili e i Paesi che li proteggono” dice. Ground Zero restituirà solo resti senza vita.
La vera storia dell’attacco all’America è ancora tutta da scrivere: ci sarà la guerra in Afghanistan, l’invasione dell’Iraq, l’uccisione dello sceicco miliardario saudita che ha guidato la più micidiale organizzazione terrorista integralista. Ma ripercorrendo quanto accaduto l’11 settembre è chiaro a tutti quanto il mondo sia cambiato da quel giorno.