“Nel 28° anniversario del vile attentato di Via D’Amelio, ricordare il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta significa rinnovare l’impegno delle istituzioni repubblicane ad una lotta senza quartiere alla mafia. Significa fare luce sui mandanti e sulle complicità politiche. Significa individuare le responsabilità che portarono uno dei più coraggiosi giudici italiani a sentirsi isolato e abbandonato al suo destino. Lo Stato che trattava con le cosche rappresenta una delle pagine più vergognose della storia della Repubblica italiana. Per questo, e lo dico in primo luogo da siciliano, il nome e l’esempio di Paolo Borsellino, sono vivi nella coscienza civile del Paese che non accetta ricatti e non arretra di fronte al terrore e alle minacce della criminalità organizzata.”
E’ quanto afferma Gianluca Rizzo, presidente della Commissione Difesa della Camera dei deputati.
“Grazie al sacrificio di Paolo Borsellino – conclude Rizzo – a quello della prima poliziotta uccisa in servizio, Emanuela Loi, e degli altri agenti della scorta – Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina – tantissimi ragazzi e ragazze della mia regione hanno preso coraggio e parola, trovando la forza necessaria per rompere con la mafia. Via D’ Amelio ha scosso coscienze e sprigionato energie . Tutta l’Italia onesta deve dire grazie a Borsellino e ai cinque servitori dello Stato che persero la vita per proteggerlo.”