“Rimane sempre valido il principio che non tutto ciò che è tecnicamente possibile o fattibile è perciò stesso eticamente accettabile. La scienza, come qualsiasi altra attività umana, sa di avere dei limiti da rispettare per il bene dell’umanità stessa, e necessita di un senso di responsabilità etica. La vera misura del progresso, come ricordava il beato Paolo VI, è quello che mira al bene di ogni uomo e di tutto l’uomo”. Lo ha detto il Santo Padre Francesco ricevendo in udienza i partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio della Cultura, dedicata al tema “Il futuro dell’umanità: nuove sfide all’antropologia” (Vaticano, 15-18 novembre).
“La scienza e la tecnologia ci hanno aiutato ad approfondire i confini della conoscenza della natura, e in particolare dell’essere umano. Ma esse da sole – ha detto – non bastano a dare tutte le risposte. Oggi ci rendiamo conto sempre di più che è necessario attingere ai tesori di sapienza conservati nelle tradizioni religiose, alla saggezza popolare, alla letteratura e alle arti, che toccano in profondità il mistero dell’esistenza umana, senza dimenticare, anzi riscoprendo quelli contenuti nella filosofia e nella teologia”.
Il Papa ha anche aggiunto: “dobbiamo esprimere la nostra gratitudine agli uomini e alle donne di scienza per i loro sforzi e per il loro impegno a favore dell’umanità. Questo apprezzamento delle scienze, che non sempre abbiamo saputo manifestare, trova il suo fondamento ultimo nel progetto di Dio che «ci ha scelti prima della creazione del mondo”.
(Fonte askanews)