È il giorno di Francesco: il Papa torna in Sicilia nel venticinquesimo anniversario dell’uccisione di don Pino Puglisi. È secondo viaggio del Pontefice nell’Isola, dopo la visita a Lampedusa nel 2013. Jorge Bergoglio atterrerà all’aeroporto Fontanarossa di Catania alle 7,50 e si sposterà in elicottero a Piazza Armerina, dove incontrerà i fedeli in piazza Falcone e Borsellino e il vescovo Rosario Gisana. Una visita lampo perché alle 10,45 è atteso il suo arrivo al porto di Palermo, dove ad attenderlo troverà le autorità. Salirà a bordo dell’auto scoperta e camminerà su via Crispi, fino ad entrare al Foro Italico dove celebrerà la messa alle 11,15.
Sul palco saliranno 33 vescovi, i concelebranti saranno l’arcivescovo Corrado Lorefice, Salvatore De Giorgi, Paolo Romeo, Francesco Montenegro, Salvatore Gristina e Salvatore Di Cristina. Dal pulpito leggeranno un seminarista e una volontaria della Caritas, come previsto dai responsabili della liturgia monsignor Filippo Sarullo, don Giosuè Lo Bue e dal seminarista Andrea Iacolina. Per l’offertorio ci saranno un fedele di Godrano e uno di Brancaccio, due luoghi in cui ha vissuto don Pino, una mamma nera con una bambina in braccio, una suora straniera, un non vedente e una coppia sposata da 25 anni. Sono previste 60mila ostie, distribuite da 240 ministri straordinari.
La tappa a Brancaccio
La visita privata proseguirà a Brancaccio dove il Papa renderà omaggio al beato Puglisi nella chiesa di San Gaetano e a piazza Anita Garibaldi dove fu assassinato: salirà nella casa del prete e incontrerà i familiari. Dopo andrà alla stazione centrale, scenderà dalla Volkswagen per salire sulla papamobile e concedersi alla folla in via Roma, corso Vittorio Emanuele fino alla Cattedrale. Dentro la chiesa ci saranno duemila religiosi ad attenderlo.
Il Pontefice pregherà sulla tomba di Puglisi e nella cappella di Santa Rosalia. Quando alle 16 avrà finito di parlare in Cattedrale, risalirà sulla papamobile e percorrerà via Papireto, piazza San Francesco di Paola, via Sammartino, taglierà da via Siracusa e andrà in via Libertà fino al Politeama per l’incontro dei giovani. Qui i ragazzi gli faranno tre domande. Alle 17 e 30 il Pontefice dovrebbe andar via. Se la tabella di marcia sarà rispettata si potrebbe concedere un altro tratto con la papamobile, sennò salirà a bordo dell’auto coperta, imboccherà via Roma, piazza Sturzo, via Dalla Chiesa, fino a viale Lazio, direzione aeroporto.
Palermo blindata
Transenne antisfondamento per un totale di 17 chilometri lineari e 350 new jersey in funzione antiterrorismo presidiati. Palermo blindata per la visita pastorale del Pontefice in occasione del 25esimo anniversario del martirio del beato Pino Puglisi. I luoghi e i percorsi di maggiore criticità sono delimitati con transenne antisfondamento, che prevedono anche la predisposizione di varchi di accesso per mirati controlli con metal detector delle persone che vorranno avervi accesso. Lungo gli itinerari non transennati, invece, saranno impegnati nuclei di vigilanza territoriali e posti di viabilità assistita a cura della Polizia municipale. Le aree interessate dal transito del corteo papale sono state divise in tre zone di massima sicurezza (Foro Italico, Cattedrale e Piazza Politeama) e quattro operative comprensive degli spostamenti del corteo (che avverranno con papa mobile o in autovettura protetta) e degli impegni di natura privata.
Ad assicurare la sicurezza sarà anche un sistema di videosorveglianza che rimanderà presso la Sala operativa della Questura le immagini dei punti più salienti dei percorsi papali e dei siti interessati dagli incontri del Pontefice. “Il sistema integrato di telecamere – spiega la Prefettura – sarà rafforzato anche da un sistema elivideo installato su un elicottero della Polizia di Stato e di un drone che riprenderà dal mare la cerimonia religiosa al Foro Italico. Il sistema di visione sarà gestito nella sala grandi eventi della Questura dove converranno tutti i rappresentanti delle forze di polizia e degli enti deputati a fornire servizi e apporti in termini di sicurezza all’evento.
Repubblica.it – Giorgio Ruta