Una nuova inchiesta giudiziaria travolge la famiglia Genovese. A cominciare dal padre, Francantonio, ex deputato, per proseguire con il figlio, Luigi, neo deputato dell’assemblea regionale siciliana. Sotto sequestro è finito un patrimonio di 30 milioni di euro. La Procura indaga per riciclaggio.
I finanzieri di Messina hanno messo i sigilli a società di capitali, conti correnti, beni mobili ed immobili – compresa una villa a Ganzirri – e azioni riconducibili all’ex deputato e al figlio Luigi, appena eletto all’Ars con oltre 18 mila voti.
Le indagini hanno inizialmente consentito di trovare fondi esteri per un ammontare che supera i 16 milioni di euro, schermati prima con una polizza associata a un conto svizzero aperto presso la società Credit Suisse Bermuda e poi trasferiti su un conto corrente a Montecarlo.
Genovese padre è stato condannato in primo grado a 11 anni di reclusione per lo scandalo della formazione professionale. Secondo i pm della Procura messinese, diretta da Maurizio De Lucia, l’ex deputato avrebbe cercato di evitare che i beni venissero colpiti da una misura patrimoniale trasferendo soldi e altro all’estero. Da qui anche l’ipotesi di evasione fiscale.
Quando l’istituto di credito svizzero fece sapere, alla luce della sentenza penale, che non gradiva avere Francantonio Genovese fra i clienti l’ex deputato avrebbe trasferito i soldi a Montecarlo.
Nel frattempo, però, l’Agenzia delle entrate, nel 2016, presentò il conto per le tasse evase: 20 milioni di euro. A quel punto Genovese avrebbe fatto rientrare a Messina una parte del denaro. Infine, per evitare nuove conseguenze il patrimonio sarebbe stato trasferito ad alcuni parenti, compreso il figlio che ne ha raccolto l’eredità politica. Per mettere a punto le operazioni finanziarie si sarebbero serviti delle società schermo Ge.Fin srl (ora L&A Group) e Gepa srl.
(fonte livesicilia.it)