“Cadranno altre teste”. E’ lapidario il Presidente della Regione Nello Musumeci dopo la giunta straordinaria con la quale è stato deciso l’ampliamento della richiesta dello stato di emergenza già dichiarato dopo le piogge torrenziali della Sicilia orientale. L’ampliamento della richiesta di calamità naturale è un fatto oggettivo. Ma l’idea delle responsabilità di Musumeci non è cambiata: anzi.
Così promette che ci saranno altri responsabili che pagheranno dopo che sono cadute le teste dei capi del Genio Civile di Catania e di Palermo dimessisi sotto gli attacchi proprio del governatore.
“Abbiamo stanziato soldi e stabilito procedure di somma urgenza per ripulire gli alvei dei fiumi stanziando, tre mesi fa, sette milioni. Bene, sette Geni civili su nove risposero mentre Palermo e Catania dissero che non c’erano esigenze. Per questo i due dirigenti adesso hanno scelto di andarsene quando ho avviato una indagine. Ed hanno fatto bene” dice Musumeci che poi annuncia “Oggi abbiamo deciso interventi in altri 80 fiumi e 15 saranno eseguiti in somma urgenza fra cui il fiume Belice nel Trapanese e Gornlunga della Piana di Catania”.
Musumeci poi attacca sull’abusivismo e sul controllo dei sindaci “Scriverò a tutti i 390 sindaci siciliani perchè impediscano l’uso delle abitazioni costruite nell’alveo dei fiumi anche solo per un giorno. Se non si possono ancora abbattere, che vengano interdette all’uso. Questo non è consentito. E poi bisogna abbattere le strutture abusive. Bisogna avere il coraggio. Se non ci sono i soldi chiederemo un intervento straordinario al governo nazionale perchè vengano rimosse queste situazione di pericolo”.
“Disporremo anche rilievi aerei e segnaleremo le cubature ai sindaci che avranno tutti gli strumenti per agire. Chiederemo a Roma di istituire un fondo speciale per l’esecuzione delle ordinanze di demolizione“.
“Chi parla di sanatoria in casi come questi lo denuncio per crimine contro l’umanità. Basta, abbiamo il dovere di fare tutti la nostra parte, a cominciare dal cittadino, che deve avere rispetto per il territorio ed essere meno egoista”.
E infine l’intervento straordinario “Chiederemo al governo nazionale una apposita norma speciale. La Regione, per parte sua, mobiliterà l’Esa, i consorzi di Bonifica e i Forestali per ripristinare la viabilità primaria e secondaria. Noi non possiamo fare di più ma speriamo che Roma ci ascolti e intervenga per la parte di sua competenza”
Ma non c’è solo la ricerca dei responsabili. La tragedia è anche occasione di scontro fra il governo di Palermo e Roma, fra il governatore siciliano e il Presidente del Consiglio. Musumeci che non viene fatto entrare al Policlinico per rendere omaggio alle vittime dove c’è già il Premier è un fatto grave e il governatore ricorda che è la seconda volta su due visite in Sicilia del Premier che il Presidente della Regione non viene avvertito.
“Se il premier Conte dice di non avere dato disposizione in questo senso come mi ha detto al telefono, se il capo del cerimoniale dice alla mia struttura di non averne dato disposizione, allora la condotta del capo della Prefettura mi sembra inadeguata al ruolo. Sono portato a pensare che il capo del governo non stia mentendo, quindi o mente il capo del cerimoniale o il Prefetto di Palermo, e allora se così è spero che il prefetto venga allontanato”. Un attacco diretto quello di Musumeci dopo che gli è stato impedito l’accesso proprio all’incontro fra il Presidente del Consiglio e i familiari delle vittime al Policlinico di Palermo.
Per il governatore l’episodio “costituisce un grave precedente nel momento in cui si tende col neo centralismo romano di condizionare e ridimensionare il ruolo e i poteri e le prerogative della Regione siciliana”.
“Per due volte il presidente del Consiglio è venuto in Sicilia e il presidente della Regione lo ha appreso col massimo ritardo. Pretendo rispetto non per quello che sono ma per quello che rappresento. Qualcuno lo deve dire a Roma che in Sicilia bisogna venire col cappello in mano”.
A fianco del governatore arrivano polemiche dure nei confronti del governo e del Premier. “Gravissimo strappo istituzionale in un momento di tragedia e lutto dove tutte le forze devono mostrarsi unite” dice Vittorio Sgarbi commenta la vicenda che ha coinvolto Conte e Musumeci. “Il dandy vice presidente del consiglio è circondato, come un cantante pop, di bodyguard di Stato che impediscono al presidente della Regione, che gli è superiore in senso gerarchico e che è il responsabile di una regione autonoma, di andare al policlinico dove ci sono morti e feriti per lasciare la scena a Conte, vice di se stesso. Non è un fatto formale né di protocollo, ma una totale mancanza di coscienza delle istituzioni come se l’impegno di assistenza e di soccorso non toccasse in prima istanza al presidente della Regione”, aggiunge. “Questo episodio mostra una gravissima inadeguatezza dello pseudo presidente del Consiglio e induce a sollecitarne le dimissioni perché chi sbaglia sulle forme non può non sbagliare sulla sostanza”.
“È inaudito ed imperdonabile che uno senza alcuna legittimazione e storia politica, nominato per fare il premier prestanome, venga in Sicilia in un momento così grave senza sentire l’esigenza di confrontarsi con la più alta carica regionale: il Presidente Musumeci, direttamente eletto, che rappresenta a pieno titolo, lui si, la Sicilia e tutti i siciliani” attacca Giusi Savarino che continua “E stiamo qui a cercare di comprendere di chi sia la colpa tra cerimoniale e prefetto. Permettetemi con franchezza di dire che non ci sono equivoci che scusino, ne tardive telefonate che possano giustificare un tale comportamento, semplicemente avrebbe dovuto essere la sua prima telefonata!
Musumeci, da uomo delle istituzioni quale è, non ha voluto polemizzare per rispetto ai morti e al lutto di una intera comunità, e ha continuato a lavorare in silenzio”.
“Ma per noi tutto questo è inaccettabile! Se ne faccia una ragione il premier Conte: qua i cinque stelle hanno perso! E ora gli faccio io una lezioncina da abc del diritto costituzionale: il rispetto delle istituzioni va oltre i colori politici, è un valore fondante della nostra democrazia. Questa vicenda la dice lunga su come Conte eserciti il suo ruolo, e sul senso di rispetto per gli uomini e per le istituzioni che invece ha dimostrato di avere il Presidente Musumeci.
Peccato, proprio in questi momenti di tragedia collettiva dovrebbe arrivare dai vertici istituzionali esempio di compostezza ed unità. Ma questo, a quanto pare a lui non lo hanno insegnato”.
BlogSicilia – Manlio Viola