Belice Ambiente Spa è stata dichiarata definitivamente fallita. La terza sezione civile della corte d’appello di Palermo ha confermato il fallimento della società dopo l’udienza svoltasi a Palermo il 27 ottobre scorso. Il giudice, nei giorni scorsi, ha esaminato il ricorso presentato dall’ex commissario liquidatore della società, Nicola Lisma, curato dall’avvocato Angelo Marino e lunedì scorso è stata pubblicata la sentenza che già era stata emessa dal tribunale di Sciacca il 19 dicembre 2016 in seguito alla richiesta di fallimento e la dichiarazione dello stato di insolvenza, presentata dalla Tech servizi e la I&S Informatica e servizi, per crediti complessivi di circa 450 mila euro (la Tech per 350 mila euro , 100 mila euro era il credito della I&S Informatica). Alla sentenza si è appellata la società perché non vi sarebbero stati gli estremi per dichiarare il fallimento della Belice Ambiente e l’avvocato Angelo Marino ha presentato un documento in cui si ritiene che è stato errato dichiarare fallita la società per almeno due motivi: la Belice Ambiente s.p.a. ha natura pubblica perché costituita da undici comuni e dal consorzio dei comuni (ex provincia) e quindi non sarebbe soggetta alle norme fallimentari. “Non vi sono azionisti privati – in questa società – ribadisce l’avvocato – pertanto avrebbe potuto essere salvata come è stato fatto per molti altri casi analoghi”. Si chiude quindi una pagina di storia molto discussa fin dalla nascita della Belice Ambiente (Ato Tp2) del 2004 presieduta da Emanuele Cristaldi (sindaco di Mazara – comune di maggioranza – Nicolò Vella) ma se ne potrebbe aprire un’altra perché la società aveva un capitale sociale di 1. 040. 000 mila euro suddiviso in 10. 000 azioni nominative ordinarie di 104 euro cadauna, suddivise tra gli undici comuni soci con percentuali che variano, secondo la popolazione. Il Comune di Mazara del Vallo, per esempio, detiene il 33% delle azioni ed è il socio di maggioranza. Ma l’avvocato, nel suo ricorso, punta anche sui conti della società e afferma che la “Belice Ambiente” vanta crediti per 26 milioni di euro dagli 11 comuni soci e che gli stessi soci sono obbligati, tra l’altro, per legge a pagare tutti i debiti della società partecipata. In sostanza il ricorso apre una situazione sul piano del diritto fallimentare che potrebbe avere serie ripercussioni sugli undici comuni azionisti che potrebbero essere chiamati a saldare i loro debiti, cioè tutte le passività della società e non solo i 26 milioni di cui sono creditori per fatture che non sarebbero state pagate nel corso degli anni. E tutto ciò in tempi molto ristretti. I debiti della Belice Ambiente ammonterebbero a circa 100 milioni di euro ma bisognerà verificare quanti ne saranno accertati dal curatore fallimentare. Ma dato che il ricorso è stato respinto sarebbero i comuni a dover pagare tutte le passività della società andando, presumibilmente, tutti quanti in dissesto? O sarebbero solo responsabili delle percentuali delle quote azionarie?”
Salvatore Giacalone