SIAMO distesi sul divano e il solo fatto che siano le sette di sera ci fa bruciare fra le 100 e le 150 calorie. Il nostro orologio interno, che regola sonno e veglia, pressione sanguigna, una gran quantità di ormoni e molto altro, fa anche variare il ritmo con il quale l’organismo – a riposo – consuma calorie. La nostra “caldaia” lavora al minimo la mattina presto, poco prima del risveglio. Accelera invece nel tardo pomeriggio e di sera, con uno sprint abbastanza consistente: circa il 10% del fabbisogno giornaliero, pari appunto a 100 calorie e oltre. Il cosiddetto metabolismo basale, su cui si è concentrato lo sguardo della Harvard Medical School e del Brigham and Women’s Hospital di Boston, comprende l’energia spesa dal corpo per mantenere le funzioni vitali. Rappresenta il 60-70% di tutte le calorie bruciate durante il giorno. Osservare le sue variazioni in modo indipendente dalle attività quotidiane non è stato banale. I ricercatori hanno dovuto “chiudere a chiave” in un laboratorio protetto sette volontari per tre settimane. I risultati sono pubblicati su Current Biology.
“La scoperta che fare le stesse cose a una certa ora del giorno consentisse di bruciare molte calorie in più ha sorpreso noi per primi” ha commentato la coordinatrice dello studio, Kirsi-Marja Zitting, esperta di disturbi dei ritmi circadiani ad Harvard. I sette volontari dello studio si sono ritrovati in una sorta di casa del Grande Fratello, senza orologi, internet, finestre o telefoni: nulla che potesse dar loro informazioni sull’ora del giorno o della notte. Gli ordini di andare a dormire o di alzarsi dal letto venivano impartiti dall’esterno. I ricercatori, per scollegare il ritmo circadiano dei volontari dalle attività quotidiane, hanno adottato lo stratagemma di ritardare ogni giorno l’ora del sonno di quattro ore: una sorta di jet lag indotto. “E’ come se avessero fatto un giro del mondo ogni settimana. L’orologio interno non aveva il tempo di recuperare e ha continuato a oscillare al suo ritmo originario” ha spiegato Jeanne Duffy, coautrice, sempre del Brigham and Women’s Hospital. “Questo ci ha permesso di misurare il metabolismo in ogni fase del ciclo circadiano”. Per calcolare le calorie bruciate i medici hanno misurato la temperatura corporea.