Dopo commissioni, selezioni, rose di candidati e un sistema selettivo che doveva portare le eccellenze italiane nel campo della sanità alla guida di ospedali e aziende sanitarie, alla fine la giunta Musumeci va sull’usato sicuro e su nomi molto noti in Sicilia. La giunta ha anticipato a oggi le scelte, domani si riunirà sul bilancio. Fuori nomi che erano dati per papabili, come quello del direttore uscente dell’Asp di Palermo, Antonio Candella, e di Maurizio Montalbano. Ecco i nuovi manager di Aziende e ospedali.
Sul fronte delle Asp scelti Daniela Faraoni a Palermo, Maurizio Letterio Lanza a Catania, Paolo La Paglia a Messina, Giorgio Santonocito ad Agrigento, Alessandro Caltagirone a Caltanissetta, Francesco Iudica a Enna, Salvatore Ficarra a Siracusa, Angelo Aliquò a Ragusa, Fabio Damiani a Trapani. Sul fronte ospedali scelti Roberto Colletti (Civico Palermo), Walter Messina (Villa Sofia a Palermo), Salvatore Giuffrida (Cannizzaro di Catania), Fabrizio De Nicola (Garibaldi di Catania), Mario Paino (Papardo di Messina) e Vincenzo Barone (Irccs di Messina).
Alla fine nessun “Papa straniero”. Ma molti volti graditi alla politica locale. Tra i manager torna Iudica, cognato di Raffaele Lombardo. Promossa poi la Faraoni, fino a ieri dirigente amministrativo dell’Asp di Catania e che, quanto era a Villa Sofia, si scontrò con Matteo Tutino, il chirurgo plastico amico di Crocetta sotto processo per truffa aggravata. Il suo nome è gradito a Gianfranco Micciché. Al Civico va Colletti, già dirigente della Seus 118 e molto stimato in casa Forza Italia e Cantiere popolare, da Riccardo Savona all’assessore Roberto Lagalla e Saverio Romano. A Villa Sofia va l’unico nome che arriva da fuori, anche se si tratta di “un cervello di ritorno”: Walter Messina palermitano che ha lavorato in Toscana, in Calabria, in Sardegna ed è stato direttore amministrativo dell’Asp di Trapani. Promozione anche per Lanza, che va a guidare l’Asp di Catania: in passato è stato direttore generale al Comune di Catania con sindaco Stancanelli.
Tra i promossi c’è poi Fabio Damiani, responsabile della centrale unica degli appalti, già commissario del Ciapi dopo gli scandali, e che ha avuto scontri con Crocetta su alcune gare centralizzate: il suo nome è gradito all’Udc e all’assessore Mimmo Turano. Promosso anche Caltagirone, che era capo del settore tecnico del Policlinico di Messina. E, poi Giuffrida, che era stato alla guida dell’Asp di Messina con il governo Lombardo, ma adesso è molto stimato dall’area di Fratelli d’Italia e Raffaele Stancanelli. A Messina promosso Paino, capo distretto di Lipari e gradito a Forza Italia e a Francantonio Genovese. Dei manager scelti in passato anche dal governo Crocetta rimangono comunque in ruoli apicali in molti: da Santonocito a Ficarra, da Aliquò a De Nicola.
Alla fine fuori i nome nella rosa che venivano da altre regioni, come Nicola Zavattaro, attualmente direttore amministrativo della società che gestisce il 118 in Lombardia, e Massimo Giupponi, direttore generale dell’agenzia per la tutela della Salute della Brianza.
Al momento fuori anche Antonio Candela, direttore uscente dell’Asp di Palermo. Doveva avere un ruolo negli ospedali di Catania, ma un fronte unico di deputati etnei, da Marco Falcone e Stancanelli, si è opposto ieri mattina e ha detto no a Musumeci. Candela rimane in ballo per i manager dei policlinici di Catania, Messina e Palermo, che saranno scelti dopo la rosa proposta dai rettori.
Repubblica.it – Antonio Fraschilla e Giusi Spica