La caccia a Matteo Messina Denaro, il padrino delle stragi, è a una svolta. Per anni, sono stati seguiti i pizzini che viaggiavano di nascosto nelle viscere della Sicilia. Adesso, magistrati e investigatori provano a scovare le tracce dei soldi che arrivano al superlatitante di Castelvetrano. Seguendo i soldi (come insegnava il giudice Falcone) la procura distrettuale antimafia di Palermo ha stretto il cerchio attorno a un insospettabile imprenditore di Campobello di Mazara che avrebbe finanziato la famiglia del capomafia condannato all’ergastolo per le bombe del 1993. I carabinieri del nucleo Investigativo di Trapani e i colleghi del Ros hanno arrestato Calogero Jonn Luppino, classe 1980, negli ultimi anni ha costruito un piccolo impero attorno al business delle scommesse online e delle slot machine. Da questa mattina è in carcere con l’accusa di associazione mafiosa, stessa contestazione mossa a due suoi collaboratori, lo zio Salvatore Giorgi e Francesco Catalanotto. E’ scattato un provvedimento di fermo del procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido e dei sostituti Gianluca De Leo e Francesca Dessì.
Il politico indagato
E’ un’inchiesta che ha avuto un risvolto a sorpresa, nelle intercettazioni sono emersi infatti i rapporti fra il gruppo Luppino e l’avvocato marsalese Stefano Pellegrino, deputato regionale eletto nelle fila di Forza Italia con 7670 voti, oggi è presidente della commissione Affari istituzionali dell’Ars e componente della commissione antimafia. All’esponente politico è stato notificato un avviso di garanzia che ipotizza l’accusa di corruzione elettorale (senza l’aggravante di mafia), per aver ricevuto un sostegno ritenuto illegittimo alle ultime consultazioni del 2017. Voti in cambio di sacchi della spesa elargiti dal gruppo Luppino, era Giorgi che incontrava gli elettori.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri, l’ordine di votare l’avvocato penalista (fra i suoi clienti c’è anche l’ex sottosegterario agli Interni D’Alì, imputato per concorso esterno in associazione mafiosa) sarebbe arrivato direttamente dal carcere.
Manager rampante
Luppino ha sempre avuto una grande passione per la politica. Nel 2011, è stato consigliere comunale nelle file dell’Udeur. Nel 2014, ha fondato il movimento “Io amo Campobello”, che ha sostenuto il candidato sindaco Giuseppe Castiglione. Il nuovo re delle scommesse on line è un ciclone inarrestabile: ha fondato pure una squadra di calcio a cinque e si è lanciato nel business dei migranti, riuscendo a farsi accreditare una struttura di accoglienza per 50 richiedenti asilo politico. Una scalata scandita dagli immancabili selfie su Facebook. Intanto, le intercettazioni svelavano i contatti fra Luppino e uno dei cognati di Messina Denaro, Saro Allegra, mediati da Catalanotto, gestore di un centro scommesse a Campobello di Mazara.
Resta il mistero Metteo Messina Denaro, ricercato dal giugno 1993. Qualche mese fa, era stato arrestato (dalla Dia) un altro ras delle scommesse on line in provincia di Trapani, Carlo Cattaneo, pure lui faceva avere soldi alla famiglia Messina Denaro. E ora gli investigatori proseguono la caccia.
Perché anche un superlatitante da 26 anni fa la spesa, magari con un bancomat. Oppure, viaggia. E porta avanti i suoi affari grazie ai soliti insospettabili prestanome.
Repubblica.it – Salvo Palazzolo