Le catture di nasello e gambero rosa nel Canale di Sicilia sono messe a rischio da un regolamento comunitario in vigore dal 10 luglio scorso che limita pesantemente la pesca a strascico per queste due specie. Il regolamento prevede ampie aree di interdizione alla pesca che interessano da vicino le marinerie di Mazara del Vallo, Sciacca, Licata, Scoglietti, Porto Paolo di Capo Passera. Dopo la recente vicenda delle quote tonno, un altro danno provocato alle marinerie siciliane. Il regolamento del precedente Parlamento europeo e del Consiglio, entrato in vigore dal 10 luglio, ha proibito le attività di pesca con reti a strascico in tre zone del Canale di Sicilia e ha individuato un’area tampone, intorno a ciascuna delle predette zone di restrizione, in cui le attività di pesca sono riservate alle imbarcazioni in possesso di un sistema di monitoraggio a distanza dei pescherecci ovvero altro sistema di geo localizzazione equivalente.
Una nuova tegola che ha fatto insorgere l’assessore alla Pesca Edy Bandiera: “Si continua a perpetrare una politica di rigida restrizione delle attività di pesca nel Canale di Sicilia, mettendo in fortissima difficoltà la sopravvivenza economica delle imprese – afferma – Oggi si impone un nuovo e inaccettabile vincolo in aree in cui lo sforzo di pesca è irrisorio. Ancora una volta, a pagarne le spese, sono i pescatori che, nella fattispecie, dai fondali in questione, traggono risorse come il merluzzo e il gambero rosa, necessarie per la sopravvivenza economica del settore”.
Altra novità introdotta nel nuovo regolamento riguarda la lista di barche autorizzate alla pesca a strascico nei fondali del Canale di Sicilia, per le quali, con successivo provvedimento, verranno determinati i requisiti necessari per l’inclusione. A ciò si somma la lista dei porti designati per le operazioni di sbarco e trasbordo delle due specie bersaglio, merluzzo e gambero rosa, catturate nel Canale di Sicilia, anche questa oggetto di apposito e successivo provvedimento. “Il governo Musumeci, con atti concreti ed importanti, non ultima la norma organica di settore, approvata all’unanimità dal Parlamento regionale, ha dimostrato a chiare lettere di considerare il settore della Pesca, elemento strategico del modello di sviluppo siciliano – aggiunge l’assessore – Da tempo, abbiamo chiesto al governo nazionale l’istituzione urgente di un tavolo di confronto sul tema della ripartizione delle quote tonno e sulle problematiche più cogenti del settore, di competenza nazionale. Invece, continuiamo ad assistere ad atti, sempre più dannosi, che mettono a repentaglio centinaia d’ imprese di pesca siciliane”.
A lanciare l’allarme anche la Fedagripesca settore pesca, preoccupata per le inevitabili ricadute economiche per le imprese, ma anche per consumatori e ristoratori che potrebbero veder venir meno due prodotti ittici d’eccellenza proprio nella stagione estiva, periodo dell’anno in cui il consumo di pesci, molluschi e crostacei è al top. “La preoccupazione dei pescatori è palpabile e comprensibile”, fa sapere il vice presidente di Fedagripesca Confcooperative Paolo Tiozzo nell’annunciare che “si è già a lavoro per dar vita con gli armatori ad una class action nei confronti di questa norma europea”.
La Repubblica