Non è raro vedere i propri figli sempre appiccicati ad uno schermo, costantemente connessi alla rete, perdere completamente la cognizione del tempo e dello spazio.
Per tale ragione è importante, soprattutto, prestare attenzione alla quantità giornaliera di tempo che dedicano all’utilizzo dello smartphone, perché ormai è entrato talmente tanto nell’uso comune e quotidiano, che i ragazzi non si rendono minimamente conto di tutta una serie di abitudini disfunzionali.
Il ruolo dei genitori è fondamentale, in quanto dall’esterno, si possono cogliere più facilmente alcuni comportamenti, atteggiamenti e vissuti interni sperimentati dai figli e legati ad un utilizzo distorto della tecnologia, e poter intervenire per una disintossicazione efficace o dieta digitale (Digital Detox).
Ecco i 10 segnali della dipendenza:
– Uno smartphone per tutto. La maggior parte del loro tempo e/o delle loro attività sono collegate all’utilizzo dello smartphone comprese: telefonate, chat, giochi, video e foto, internet, social network, app, lettura, musica e quant’altro.
– Il tappabuchi. Nei momenti vuoti, di pausa e/o di noia, prendono subito in mano il cellulare e scorrono il dito sullo schermo, anche quando si è certi di non aver ricevuto nulla, perché è stato controllato pochi secondi prima.
– Legame simbiotico. Creano una sorta di legame affettivo con lo smartphone, si ha difficoltà a staccarsi, “non si può vivere senza di lui”, tanto che si tende a tenerlo sempre in mano durante tutte le attività quotidiane, come mangiare, studiare, fare sport, dormire, guardare un film, stare in bagno, ecc.
– Ossessione per le notifiche. Controllano costantemente, durante il giorno, nel pieno della notte e al risveglio, le notifiche dei social network o di WhatsApp per vedere se qualcuno ha scritto o postato qualcosa e restano delusi se non trovano nuovi avvisi.
– Il cellulare come una droga. Non riescono a fare a meno dello smartphone neppure nei luoghi e nei momenti in cui andrebbe spento, come a scuola, nei contesti sportivi o durante la notte, togliendo del tempo anche ad altre attività, come lo studio, le uscite con gli amici, ecc., con ripercussioni negative sul rendimento scolastico, sulle relazioni interpersonali e sul benessere fisico e psichico.
– Il corpo comunica il disagio. Sviluppano facilmente sensazioni tipiche di chi passa troppo tempo davanti ad uno schermo, come stordimento, cerchio alla testa, problemi alla vista, dolore al collo, al viso, alle articolazioni delle mani e, se usano troppo gli auricolari o ascoltano la musica ad alto volume, alle orecchie.
– La Nomofobia. Provano ansia, agitazione e persino angoscia quando il telefonino è scarico, se non funziona o se non hanno la connessione ad Internet, come se si sentissero totalmente persi.
– La Sindrome da vibrazione fantasma. In alcuni momenti, hanno la sensazione che il telefono stia vibrando o squillando, per poi accorgersi che in realtà era solo frutto della propria immaginazione.
– Tutto viene tecno-mediato. Ogni volta che arrivano in un posto nuovo, vanno al ristorante o vivono una qualsiasi situazione, sentono la necessità di prendere subito lo smartphone in mano per fare una foto, un selfie o un video: qualsiasi esperienza reale viene vissuta dietro un obiettivo.
– Amici virtuali. Attraverso l’utilizzo compulsivo dello smartphone, hanno l’illusione di essere sempre in contatto con qualcuno e di non essere mai soli. Tale atteggiamento, in realtà, nasconde un senso di solitudine e la paura di essere esclusi dagli altri.
E’ fondamentale, dunque, diventare degli attenti osservatori, in modo tale da poter notare i segnali della dipendenza e intervenire prima che sia troppo tardi, perché rimanere incastrati nella rete e nel mondo virtuale, è uno dei principali rischi a cui vanno incontro i nostri ragazzi.
Tratto dal libro Generazione Hashtag di Maura Manca, utile guida per i genitori alle prese con i figli adolescenti e per tutti coloro che vogliono conoscere il mondo della e-generation.
Redazione AdoleScienza.it
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