Silurato il direttore sanitario dell’ospedale di Sciacca, Gaetano Migliazzo, accusato fra l’altro di aver suscitato “allarme sociale”. Al suo posto Alberto Firenze, medico epidemiologo, ex presidente dell’Ersu noto negli ambienti politici per essere stato il braccio destro dell’ex sottosegretario Davide Faraone e organizzatore delle “Leopoldine” palermitane. Ruggero Razza, assessore regionale alla Salute, mostra il pugno duro dopo il caso del “focolaio” di Sciacca, nato all’interno dell’ospedale Giovanni Paolo II, a causa del contagio da parte di una dottoressa in contatto con persone di Bergamo.
La Regione vuole vederci chiaro. Dopo il comunicato del direttore sanitario della struttura, Gaetano Migliazzo, in cui il dottore chiariva di come il numero di elevati risultati positivi era dovuto al grande numero di tamponi effettuati, proprio Migliazzo è stato nei fatti sollevato dal suo incarico da parte dell’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, che ha nominato un commissario ad acta per la direzione dell’ospedale divenuto un vero e proprio caso dopo i casi di 19 contagi sui 22 totali della provincia di Agrigento. Il nuovo commissario, come detto, è Alberto Firenze, originario di Castelvetrano, ex renziano di ferrro e presentato dalla presidente della Commissione Sanità all’Ars, Margherita La Rocca Ruvolo, come un epidemiologo di fama internazionale. «La direzione medica del presidio Sciacca-Ribera – si legge sul decreto di nomina – continua ad apparire caratterizzata da una gestione non in linea con le misure organizzative richieste determinate dal particolare contesto emergenziale da Covid-19».
Il documento, in una situazione criticata anche dal sindaco Francesca Valenti, mette in dubbio l’adozione delle adeguate misure dopo l’esplosione del primo caso di Coronavirus all’interno dell’ospedale, accusando la struttura di non aver saputo arginare il contagio. Questa situazione avrebbe – sempre secondo il decreto – causato un “allarme psicologico permanente” che potrebbe scoraggiare la popolazione saccense. Nell’atto vengono rimproverate anche le comunicazioni mediatiche del direttore medico di presidio, il quale ha rischiato di «contribuire ad aggravare l’allarme sociale».
Le inadempienze del presidio erano state riscontrate anche dal primo cittadino di Sciacca, Francesca Valenti, che in una diretta su Facebook nella giornata di ieri lamentava di non aver ricevuto dalla struttura le risposte che si aspettava, dopo aver invocato, in un altro appello un aiuto alle istituzioni con un video indirizzato al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e alla Regione. Molti dubbi erano stati sollevati tra i cittadini anche sulla condotta della dottoressa, paziente n.1 in un contagio che ha riguardato poi altri medici, ma anche infermieri e pazienti. Nella nota di chiarimenti l’ormai ex direttore Migliazzo aveva anche scritto di come invece la donna in questione meritasse un plauso per il suo comportamento: «Il suo pronto sospetto clinico dell’infezione è stato il primum movens per l’immediata chiusura e quarantena dell’UO di Medicina e il confinamento dell’infezione del reparto». Nella giornata dell’arrivo del commissario arriva anche la buona notizia dagli esiti degli ultimi 66 tamponi effettuati all’ospedali di Sciacca, i quali risultano negativi.
Repubblica – Alan David Scifo