La violenza sulle donne avviene ogni giorno, dentro e fuori le mura domestiche, in ogni classe sociale, età o cultura: può riguardare tutte noi e a tutte può appartenere un comune sentimento di vergogna che ci blocca e non ci permette di chiedere aiuto per fermare gli abusi. Lo stato attuale di isolamento come il lockdown imposto nell’emergenza “Coronavirus” per qualcuno può trasformarsi in un vero e proprio inferno. A loro va’ il mio pensiero… a tutte quelle donne, vittime di violenza, costrette in casa a causa delle misure d’emergenza introdotte dal governo. Per tutte queste DONNE l’hashtag lanciato in queste settimane #iorestoacasa ha il peso di una pietra “tombale”, infatti per loro la quarantena non significa sicurezza.
In una situazione di pericolo costante, se chi commette abusi è sempre presente in casa è difficile chiedere aiuto: come ad esempio telefonare alle forze dell’ordine o ai centri antiviolenza. Se di per sé questa quarantena sta pesando sulla vita di ognuno di noi (noi che non subiamo violenza), pensiamo solo per un attimo a loro… a quelle donne prigioniere dei loro “ORCHI”. La vita cambia… ci sta cambiando tutti, causa di questo altro mostro che non ha volto chiamato “COVID19”; La violenza lascia segni indelebili, che non dovremmo nascondere al mondo e poiché nessun guerriero torna dalla battaglia indenne, sono altresì certa che tutte queste guerriere stanno immaginando la vita al di là di quella gabbia, perché la voglia di amare e di essere amate non ha mai abbandonato alcuna di loro.
Articolo a cura della Prof.ssa Graziella Calamusa