Nel mondo un utente su tre è un bambino ma, denuncia l’Unicef in un rapporto sulla condizione dell’infanzia nel mondo, troppo poco è stato fatto per proteggerli dai rischi online
Nonostante la massiccia presenza di bambini online, poco è stato fatto per proteggere i più piccoli dai pericoli del mondo digitale e per aumentare il loro accesso a contenuti sicuri online. E’ l’allarme lanciato dall’Unicef, nel suo rapporto annuale “La condizione dell’infanzia nel mondo 2017: Figli dell’era digitale”.
Al mondo ormai un utente su tre è un bambino e il rapporto presenta la prima analisi completa sui diversi modi in cui la tecnologia digitale sta interessando le vite dei bambini e le loro condizioni di vita, identificandone sia i pericoli sia le opportunità. Il documento dell’Unicef sostiene inoltre che i governi e il settore privato non sono stati al passo con i cambiamenti, esponendo i bambini a nuovi rischi e pericoli e lasciando milioni di bambini più svantaggiati indietro.
Vittime impotenti
Il rapporto analizza inoltre come internet aumenti la vulnerabilità dei bambini ai rischi e ai pericoli, fra cui l’uso improprio delle loro informazioni private, l’accesso a contenuti dannosi e il cyberbullismo. La presenza diffusa dei dispositivi mobili, come fa notare il rapporto, ha reso l’accesso al web per molti bambini meno controllato – e potenzialmente più pericoloso. Reti digitali come il web sommerso e le criptovalute stanno permettendo le peggiori forme di sfruttamento e abusi, fra cui la tratta e l’abuso sessuale di bambini online ‘su richiesta’.
Nel 2016, rivela l’Unicef, 57.335 URL contenevano materiale pedopornografico e di questi il 60% era ospitato su server in Europa e il 37% in Nord America. Non solo: il 53% dei bambini abusati e sfruttati per produrre questi contenuti hanno 10 anni o meno. Il numero di immagini di bambini dagli 11 ai 15 è in aumento: dal 30% del 2015 si è infatti passati a 45% del 2016.
Oltre 9 URL con contenuti pedopornografici su 10 identificati a livello mondiale sono localizzati in cinque paesi – Canada, Francia, Olanda, Federazione russa e Stati Uniti.
Il sondaggio
Il rapporto contiene anche un sondaggio realizzato tra i giovani (13-24 anni) di 26 paesi, con 63.000 risposte ottenute. Alla domanda “cosa non ti piace di internet?”, il 23% ha risposto “La violenza”. Le ragazze tendono a essere più turbate dagli episodi di violenza (27% contro il 20% dei ragazzi); il 33% ha risposto “I contenuti pornografici indesiderati”. Segnalato in ugual modo dalle ragazze (32%) e dai ragazzi (33%).
Alla domanda “cosa ti piace di internet?”, il 40% ha risposto “Imparare nuove cose per la scuola o la salute” e il 24% ha risposto “Acquisire competenze che non posso imparare a scuola”. Alla domanda “come hai imparato ad utilizzare internet?”, il 42% ha risposto di aver imparato da solo, mentre il 39% ha risposto di aver imparato da amici o fratelli – prevalentemente tra i giovani che vivono in paesi a basso reddito.
Benefici e disuguaglianze
“Nel bene e nel male, la tecnologia digitale è attualmente una realtà irreversibile delle nostre vite”, ha dichiarato il direttore generale dell’Unicef Anthony Lake. “In un mondo digitale, la nostra sfida è duplice: ridurre i danni, massimizzando allo stesso tempo i benefici del web per ogni bambino”.
Il rapporto analizza i benefici che la tecnologia digitale può offrire ai bambini più svantaggiati, anche di coloro che crescono in povertà o che sono colpiti da emergenze umanitarie. Questi includono: aumentare il loro accesso alle informazioni, sviluppare competenze per il settore lavorativo digitale e offrire loro una piattaforma per connettersi e comunicare le loro opinioni.
Ma il rapporto rivela che milioni di bambini stanno perdendo questa occasione: circa un terzo dei giovani del mondo – 346 milioni – non sono online, aggravando le disuguaglianze e riducendo la capacità dei bambini di partecipare a un’economia sempre più digitale.
Secondo il rapporto, solo un’azione collettiva – da parte dei governi, del settore privato, delle organizzazioni per i bambini, del mondo accademico, delle famiglie e degli stessi bambini – può rendere lo spazio digitale maggiormente accessibile e sicuro per i bambini.
Come proteggere i bambini dai pericoli online
Le raccomandazioni pratiche per aiutare a indirizzare le politiche e renderle più efficaci e per delle pratiche commerciali più responsabili che vadano a beneficio dei bambini includono: fornire a tutti i bambini un accesso a costi contenuti a risorse online di alta qualità; proteggere i bambini dai pericoli online – fra cui abusi, sfruttamento, tratta, cyberbullismo ed esposizione a materiali non adatti; salvaguardare la privacy dei bambini e le identità online; insegnare l’alfabetizzazione digitale per tenere i bambini informati, attivi e al sicuro online; sfruttare il potere del settore privato per migliorare le pratiche e gli standard etici per proteggere e andare a beneficio dei bambini online; porre i bambini al centro delle politiche per il digitale.
“Internet è stato progettato per gli adulti, ma è sempre più utilizzato dai bambini e dai giovani – e le tecnologie digitali coinvolgono sempre più le loro vite e il loro futuro. Dunque le politiche, le pratiche e i prodotti digitali dovrebbero riflettere meglio i bisogni dei bambini, le loro prospettive e le loro voci”, ha concluso Lake.
(Today.it)