«L’intervento dell’Amministrazione comunale risponde a un obbligo di legge, oltre che a un dovere di civiltà»
In riferimento al comunicato divulgato ieri dal gruppo politico di opposizione “Io Amo Campobello” relativamente alle spese sostenute dal Comune per il ricovero di un gatto randagio malato, l’assessore alla Polizia municipale Natale Indelicato replica quanto segue: «Ancora una volta, così come già era avvenuto per il Piano paesaggistico, si registra la completa ignoranza delle normative che regolano l’attività della Pubblica amministrazione da parte di consiglieri comunali che, piuttosto che svolgere il loro mandato con correttezza e lealtà nei confronti dei cittadini, continuano a criticare sempre e indistintamente ogni azione di questa Amministrazione comunale, evidentemente poiché, come disse un noto personaggio politico … “il potere logora chi non ce l’ha”. Nella fattispecie, i componenti di “Io Amo Campobello”, attraverso un comunicato stampa infuocato, ma a mio avviso molto lacunoso, criticano la spesa di circa 2.000 euro sostenuta dal Comune per le cure di un gatto randagio, facendola apparire discrezionale e omettendo di precisare che la normativa nazionale e regionale in tema di randagismo impone degli obblighi ben precisi a carico delle amministrazioni comunali, che nel momento in cui ricevono una segnalazione relativa a un randagio in cattive condizioni di salute sono tenute a intervenire, contattando un medico veterinario in grado di prestare le cure necessarie.
Nel caso specifico il gatto, segnalato regolarmente da una cittadina, era affetto da una grave forma di AIDS felina, malattia molto contagiosa per gli altri simili, necessitando quindi di cure e di una lunga degenza. Poiché l’ASP assicura solo alcuni tipi di intervento, tra i quali non sono compresi l’assistenza, la terapia e il mantenimento, in quanto non ha strutture apposite, è stato necessario rivolgersi tempestivamente a una clinica veterinaria che consentisse il ricovero per più giorni e l’unica struttura autorizzata nelle immediate vicinanze è la San Vito di Mazara del Vallo, dove il gatto è stato ricoverato in clinica per 98 giorni, fin quando non è stato affidato a una associazione animalista che si è fatta carico del suo mantenimento, non essendo possibile reinserirlo nel territorio perché avrebbe potuto innescare un’epidemia della malattia di cui è rimasto portatore a vita. Trattandosi, tra l’altro, di un caso di emergenza, non è stato certamente possibile aspettare l’esito di una gara.
Ebbene, Io Amo Campobello contesta le somme spese dall’Amministrazione comunale per gli interventi di randagismo … ma i consiglieri in questione hanno idea del costo sostenuto dai comuni limitrofi per arginare questo problema? Diversi comuni della provincia destinano al randagismo centinaia di migliaia di euro l’anno a fronte delle poche migliaia di euro sostenute dalla nostra Amministrazione comunale, grazie soprattutto alla collaborazione gratuita dei tanti animalisti che operano sul territorio. Infine, mi preme precisare che, oltre a rispondere a un preciso obbligo di legge volto a tutelare la salute pubblica, l’intervento dell’Amministrazione comunale risponde a esigenze di civiltà.
Sarebbe forse stato più giusto lasciare l’animale libero di diffondere la malattia? Forse, per Io Amo Campobello la soluzione migliore sarebbe stata proprio questa. In questo modo si sarebbero risparmiati poco più di 2.000 euro da destinare agli indigenti della città… ma perché, allora, gli stessi consiglieri, in Consiglio comunale, non hanno votato il provvedimento di 10.000 euro in favore delle famiglie bisognose?»
Il Portavoce
Antonella Bonsignore