Accordo chiuso nella maggioranza sul decreto scuola. L’intesa, dopo il vertice di Palazzo Chigi convocato dal premier Giuseppe Conte, è stata trovata nella notte: il concorso per i precari ci sarà ma dopo l’estate e non sarà più a crocette ma con una prova scritta.
E a settembre chi verrà chiamato ad occupare i posti vacanti? La prova selettiva si terrà, dunque, ma per settembre le assunzioni partiranno – è stato deciso al vertice sulla scuola – attraverso una graduatoria per titoli. L’accordo dunque nella maggioranza è stato trovato grazie alla mediazione del presidente del Consiglio. Per Pd e Leu si tratta di un buon passo avanti. Oggi pomeriggio si cominceranno a votare gli emendamenti al dl in commissione a palazzo Madama.
«Bene la soluzione sul concorso straordinario per la scuola». Così la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che si definisce, dunque, «soddisfatta» al termine del vertice sulla scuola alla presenza del premier Conte e dei capigruppo della maggioranza.
«Vogliamo ridurre il precariato, per dare più stabilità alla scuola, e vogliamo farlo attraverso una modalità di assunzione che garantisca il merito. La proposta del Presidente del Consiglio va in questa direzione, confermando il concorso come percorso di reclutamento per i docenti», ha spiegato.
«Viene accolta – osserva Azzolina – la richiesta di modificare la modalità della prova, eliminando i quiz a crocette che erano stati previsti nel decreto scuola votato a dicembre in Parlamento. Questa prova sarà sostituita con uno scritto, in modo da garantire una selezione ancora più meritocratica».
«Ora occorre – prosegue – lavorare rapidamente, insieme al Parlamento, per tradurre la misura in una norma da introdurre nel decreto scuola, dimostrando che la maggioranza ha a cuore la qualità del sistema di istruzione e, di conseguenza gli studenti, che ne sono i principali protagonisti».
«Stiamo rispondendo anche ad una precisa richiesta delle famiglie che vogliono, a ragione, certezze sulla qualità del nostro sistema di istruzione e sul suo futuro. Le scelte che facciamo oggi avranno infatti ripercussioni nei prossimi anni – sottolinea il ministro -. Abbiamo 78 mila insegnanti da assumere nel primo e secondo ciclo fra concorsi ordinari e concorso straordinario. Fra gli aspiranti anche migliaia di giovani che si preparano da tempo e vogliono avere la loro occasione per cominciare ad insegnare. Sono numeri importanti e dobbiamo fare presto. La scuola ha bisogno di stabilità e programmazione. In passato tutto questo è mancato. Possiamo davvero voltare pagina. E farlo nell’interesse dei nostri ragazzi».
Fonte Gds