Gianfranco Miccichè non ce la fa per un soffio. Sono 35 i voti che gli vengono assegnati a seconda votazione, soltanto uno in meno rispetto a quelli necessari per essere eletto. Il colpo di teatro va in scena alle 15,05 quando la seconda votazione era iniziata alle 14,18 . Dopo la fumata nera della prima votazione quando sarebbero stati necessari 47 voti (maggioranza qualificata) per eleggere il Presidente dell’Ars e Gianfranco Miccichè ne ha ottenuti solo 33, a questo secondo turno ne sarebbero bastati 36 voti, ovvero la maggioranza assoluta, per scegliere il presidente ma ne è mancato appena uno.
Tutte le spine della seconda votazione
Dopo la proclamazione del voto giunta alle 15,10 è stato necessario, come da regolamento un rinvio a domani per la terza votazione. Non è passata l’interpretazione di chi avrebbe voluto andare a lunedì o addirittura a martedì con uno stratagemma parlamentare per avere maggior tempo per risolvere i conflitti interni alla maggioranza e trattare con le opposizioni. Il regolamente dice chiaramente che la terza votazione si deve tenere domani anche se in aula si sono avvertite le prime proteste
Leggi qui le previsioni già al primo ciak
Anche in questa votazione il Pd si è astenuto rifiutando la scheda pur non uscendo dall’aula ma altrettanto non ha fatto Sicilia Futura così i votanti sono risultati essere 58. I 5 stelle, invece, hanno votato, ancora una volta, ciascuno per se in modo da dare un chiaro segnale ma Sergio tancredi è tornato ad ottenere due voti come accaduto già al primo turno.
Ecco come è andata alla prima votazione
Per Miccichè si profila un fine settimana di difficili trattative per trovare i voti che gli serviranno alla terza tornata. Una trattativa perfino più difficile di quelle fatte fino ad oggi. C’è il rischio, infatti, che le tensioni sopite in Forza Italia e nella maggioranza e messe perfino a tacere a secondo voto, adesso esplodano mentre a sinistra il Pd è ben lontano da trovare una posizione univoca e si divide fra l’area di Cracolici e Raciti che vuole un accordo con i 5 stelle e l’area renziana che invece vorrebbe l’accordo con la maggioranza.
Ecco la strategia dei 5 stelle
Nel mezzo Sicilia Futura cheriesce a dividersi perfino con due soli deputati con, contrariamente a quanto avvenuto al primo turno, Nicola D’Agostino che ha votato aprendo uno spiraglio per Miccichè, ma insufficiente. Insomma situazione tutt’altro che facile. La diciassettesima legislatura comincia tutta in salita
(Fonte: Blogsicilia.it – Manlio Viola)