Il dispiacere, ma anche il “sorriso”, per alcune notizie non attendibili, gettate superficialmente sulla stampa locale senza alcuna interazione con la fonte interessata, cioè noi sorelle clarisse del Monastero S. Cuore di Alcamo (TP), ci suggerisce l’iniziativa di questa lettera aperta per comunicare qualcosa a riguardo del nostro progetto di trasferimento a Erice (TP).
Si tratta di un cammino guidato dal Signore e dunque non così chiaro e programmabile come vorrebbero le nostre logiche umane. Noi ci stiamo appassionando a questa docilità a Lui, ai suoi ritmi sapienti e misteriosi, che svela solo poco a poco… tanto da farci sempre riconoscere dietro ad ogni difficoltà e rallentamento la sua mano provvidente, o il suo volto in ogni fratello e sorella che ci accompagnano in questo lungo e complesso itinerario verso Erice, la Montagna del Signore!
Nell’agosto 2019 abbiamo iniziato gli interventi di restauro e ristrutturazione dell’ex convento, donatoci dai Frati Minori Cappuccini della Provincia di Palermo, per adeguarlo a monastero: un cantiere di Misericordia, perché solo grazie alle elemosina, abbiamo potuto riedificare le antiche mura di clausura; una strada alternativa di accesso al cimitero, da permutare prossimamente con il Comune, per delimitare i necessari spazi della clausura; gli ambienti monastici del primo e secondo piano e parzialmente l’interno della chiesa con gli impianti e la nuova suddivisione dei luoghi celebrativi per l’assemblea, il presbiterio e il coro monastico.
Ad oggi il monastero ericino si presenta come un cantiere, il cui primo stralcio di interventi sta per essere completato, dandoci la possibilità di trasferire forse entro l’autunno un piccolo gruppo di sorelle. Per il trasferimento di tutte 21 sarà necessario procedere con un successivo stralcio funzionale comprendente i tetti e le facciate, il piano terra, i piani interrati e i relativi impianti. Gli ultimi stralci interesseranno l’arredo liturgico della chiesa e del coro e il restauro delle opere d’arte, infine la foresteria e gli spazi esterni.
Con il lavoro delle nostre mani (confezione e restauro dei paramenti liturgici, legatoria e decorazione delle candele) e con l’aiuto dei benefattori non potremo riuscire a portare a termine l’intero cantiere. Abbiamo bisogno che le istituzioni e la politica guardino con simpatia e fiducia a questo coraggioso progetto, che potrebbe dare un volto nuovo non solo alla nostra storia comunitaria, ma anche alla storia di Erice e di Trapani, della Sicilia e più oltre ancora… e potrebbe liberare tante risorse di bella e interiore umanità!
Suor Maria Daniela Rolleri