“Maria e Giuseppe si videro obbligati a partire”. Questo il duro monito del Papa durante l`omelia della messa della notte di Natale. “Nei passi di Giuseppe e Maria si nascondono tanti passi. Vediamo le orme di intere famiglie obbligate a partire. Questa partenza ha un nome solo: sopravvivenza – continua Francesco -. Sopravvivere agli Erode di turno che non hanno alcun problema a versare sangue innocente”.
Riflette Francesco nel corso dell`omelia: “Maria e Giuseppe, per i quali non c`era posto, sono i primi ad abbracciare Colui che viene a dare a tutti noi il documento di cittadinanza. Colui che nella sua povertà e piccolezza denuncia e manifesta che il vero potere e l`autentica libertà sono quelli che onorano e soccorrono la fragilità del più debole”. E ancora: “Piccolo Bambino di Betlemme, ti chiediamo che il tuo pianto ci svegli dalla nostra indifferenza, apra i nostri occhi davanti a chi soffre. La tua tenerezza risvegli la nostra sensibilità e ci faccia sentire invitati a riconoscerti in tutti coloro che arrivano nelle nostre città, nelle nostre storie, nelle nostre vite – prosegue il Papa – La tua tenerezza rivoluzionaria ci persuada a sentirci invitati a farci carico della speranza e della tenerezza della nostra gente”.
“Non abbiate paura!” – In occasione della veglia di Natale, papa Francesco cita infine l`omelia della messa d`inaugurazione del Pontificato di San Giovanni Paolo II. “Ce lo ricordava San Giovanni Paolo II: `Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo`”, dice il pontefice. “Natale è tempo per trasformare la forza della paura in forza della carità, in forza per una nuova immaginazione della carità. La carità che non si abitua all`ingiustizia come fosse naturale, ma ha il coraggio, in mezzo a tensioni e conflitti, di farsi `casa del pane`, terra di ospitalita`”.
(Fonte: Tgcom.it)