Diventa più spinoso del previsto il problema dei precari al comune di Mazara
Ben 34 lavoratori non hanno firmato la proroga del contratto di lavoro a tempo determinato al 31 dicembre scorso e pertanto sono disoccupati a tutti gli effetti. E’ questa la conseguenza avviata da 53 precari (su un totale di 180) dipendenti del comune che si sono rivolti alla Corte d’Appello di Palermo per chiedere la stabilizzazione o il risarcimento del danno per la mancata assunzione a tempo indeterminato. Il giudice ha dato ragione in parte ai 53 precari, non riconoscendo il diritto alla stabilizzazione ma fissando un risarcimento che al comune costerebbe circa un milione. Allo stesso tempo, però, il giudice ha stabilito l’illegittimità delle proroghe dei contratti a tempo determinato.
Quindi niente proroghe e il comune condannato a un risarcimento milionario. L’indennizzo va da un minimo di 2,5 ad un massimo di 12 mensilità dell’ultima retribuzione globale, importi che, secondo la legge, dovrebbero dissuadere il datore di lavoro. Il danno per il comune sarebbe stato di circa un milione di euro. Se ai 53 lavoratori si fossero aggiunti gli altri 147 (i precari al comune sono in tutto 180 e potrebbero farlo), il danno sarebbe stato di oltre 3 milioni di euro.
Sono intervenuti i sindacati, chiamati al tavolo della trattativa dall’amministrazione comunale, per decidere il da farsi. Nel corso dell’incontro è stata individuata una soluzione per consentire la proroga di tutti i contratti in scadenza al 31 dicembre 2017, in attesa della stabilizzazione. Sia i dipendenti che si sono rivolti al tribunale, sia tutti gli altri, avrebbero dovuto firmare un documento di rinuncia a qualsiasi indennizzo o risarcimento da parte del comune in vista proprio della stabilizzazione.
Fino alla tarda mattinata di ieri soltanto 21 precari dei 53 che si erano rivolti al tribunale, avevano firmato tale rinuncia, pertanto l’amministrazione comunale ha proceduto al rinnovo dei contratti fino al 31 dicembre 2018 per 146 precari , mentre 34 dipendenti dei 53 sono rimasti senza contratto e senza lavoro in attesa che venga portato a termine il processo di stabilizzazione. Intanto La Giunta Municipale, nell’ultima riunione dell’anno, aveva approvato il piano di fabbisogno del personale che prevede anche l’attuazione delle procedure di stabilizzazione a tempo indeterminato dei precari dell’Ente, che avverrà gradualmente a partire dall’anno in corso nel rispetto della legge e che coinvolgerà tutto il personale precario.
E’ stato anche deciso di prorogare i contratti in scadenza al 31 dicembre 2017 al personale precario che, come richiesto dai sindacati, hanno proposto all’Amministrazione un accordo transattivo di rinunzia a far valere ogni pretesa risarcitoria in ordine alla reitera dei contratti stessi. In 34 però non hanno firmato questa specie di “liberatoria” e si sono trovati senza posto di lavoro, almeno momentaneamente, perché saranno assunti non appena inizierà la stabilizzazione che dovrebbe avvenire entro l’anno in corso. L’indennizzo che dovrebbe pagare il comune ai 53 lavoratori sarebbe costato circa un milione di euro mentre la proroga dei contratti per un anno costerà circa due milioni di euro compresi i contributi previdenziali ed oneri vari.
“E’intendimento della nostra Amministrazione – afferma il sindaco Nicola Cristaldi – stabilizzare a tempo indeterminato tutti i precari in servizio al Comune di Mazara del Vallo, nessuno escluso, sia per porre fine ad una situazione di disagio che vivono i lavoratori in relazione all’incertezza del futuro, sia per garantire al nostro Ente di avvalersi di professionalità che negli anni hanno acquisito un’utile esperienza, talvolta reggendo da soli servizi che sono rimasti sguarniti per il pensionamento di un alto numero di dipendenti di ruolo”. Come si diceva sono 180 i precari in servizio in relazione alle leggi regionali (ex contrattisti, ex articolisti e asu) con contratti part time diversificati a 18, 21 e 24 ore settimanali. La stabilizzazione, nel piano dell’Amministrazione, riguarda sia che le categorie A e B che quelle superiori C e D.
(Fonte: Giornale di Sicilia – Salvatore Giacalone)