Allentare la pressione sui pronto soccorso è uno degli obiettivi delle Regioni che pensano a nuove centinaia di posti letto nei presidi fuori dagli edifici.
Alleggerire il peso sugli ospedali è l’intento dei governatori per scongiurare nuove bocciature e assegnazioni di zone rosse. Ecco dunque che cresce la richiesta per l’allestimento di ospedali da campo, a cui in queste ore lavorano a pieno ritmo Protezione Civile, Difesa e Croce Rossa.
Al Comitato operativo della Protezione Civile arrivano dalle Regioni sempre più richieste, negli ultimi giorni, sull’allestimento di “strutture sanitarie campali” per fronteggiare l’emergenza Covid: sono finora già undici quelle messe in piedi in tutto il Paese con altre in arrivo a breve. Si tratta di un potenziamento del sistema attraverso centinaia di posti letto che prevedono una percentuale, seppure minima, di terapie sub-intensive da Nord a Sud e che si trovano soprattutto in Abruzzo, Piemonte, Ligura, Val d’Aosta, Umbria e Calabria. Ma anche la Sicilia ha questo obiettivo e la richiesta è già partita.
Alle prese con gonfiabili e tensostrutture ci sono militari dell’esercito, volontati di Protezione Civile e Croce Rossa. Già installate ci sono le “costruzioni temporanee” della Cri ad Avezzano, in Abruzzo (20 posti letto), a Genova (20), a Torino, nel resto del Piemonte e in province autonome (500), a Nuoro in Sardegna (20), a Terni in Umbria (20), a Reggio Calabria, Crotone e Vibo Valentia (ognuna con 20 posti).
Anche la Difesa ha fornito il proprio contributo con un ospedale da campo a Perugia (20 posti letto) ed altri sono previsti a breve ad Aosta (40) e Cosenza (40). Per quest’ultimo il materiale per l’allestimento arriverà direttamente dal Libano, intorno al 20 novembre, e tutto dovrebbe essere pronto entro fine mese. Le richieste, in costante aumento, sono arrivate anche da Sicilia, Puglia e Molise, dove saranno allestite strutture rispettivamente a Catania, Barletta e Campobasso. Altri 150 posti letto, di cui 100 in degenza ordinaria e 50 in sub-intensiva o intensiva, sono disponibili il Policlinico Militare del Celio di Roma, ma anche al Centro Ospedaliero Militare di Milano (50) e a quello di Taranto (30). Nuovi accordi e sopralluoghi sono invece in corso per i ‘Covid Hotel’, gli edifici che dovrebbero ospitare persone positive che non necessitano di particolari cure e isolamento.
La Difesa ha reso disponibili 18 ‘basi logistiche’, tra caserme e foresterie, per ospitare persone risultate positive al Covid: al momento sono quelle utilizzate sono in Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Valle D’Aosta ed Emila Romagna, Toscana e Veneto.
Fonte Gds