Il giorno del nuovo Dpcm potrebbe essere oggi. Stasera il consiglio dei ministri dovrebbe partorire le nuove misure che entreranno in vigore venerdì 4 dicembre e le regole per le feste di Natale.
E resta la linea del rigore col divieto di uscire dal proprio Comune a Natale e Capodanno, ma con la possibilità di andare a pranzo al ristorante. No ai ricongiungimenti con i parenti o ai viaggi verso le seconde case fuori Regione. Niente sci, niente crociere.
Una lunga riunione del premier Giuseppe Conte con i capi delegazione, conferma che nelle prossime settimane nulla cambierà nelle Regioni gialle, arancioni o rosse. Ma dal 21 dicembre (la data ancora non è “blindata”), dovrebbe entrare in vigore la “zona gialla rafforzata” per evitare che le festività natalizie facciano salire la curva del contagio, precipitando il Paese nella terza ondata.
Alle Regioni oggi arriverà una bozza del Decreto del presidente del Consiglio per un’ultima valutazione, ma hanno visto sostanzialmente respinte le loro richieste di maggiori allentamenti. Le misure saranno illustrate in Parlamento dal ministro Speranza, poi ci sarà un dibattito alle Camere e un altro confronto con gli Enti locali, prima del Consiglio dei ministri alle 21.
In sintesi il nuovo Dpcm prorogherà le misure oggi in vigore, a cominciare dal sistema delle zone, ma avrà al suo interno specifici provvedimenti restrittivi per Natale, che potrebbero essere in vigore dal 21 dicembre al 6 gennaio. Non sono escluse però variazioni delle date dopo il confronto con il Parlamento e le Regioni. Non solo: potrebbe esserci un apposito decreto legge sul Natale ad affiancare il prossimo Dpcm. Uno strumento di rango superiore, più adatto – viene sottolineato – a dare copertura normativa alle restrizioni delle libertà personali previste per le festività: in particolare, per le deroghe alla mobilità tra regioni.
Il premier Giuseppe Conte, che nel pomeriggio aveva aperto alle richiesta dei capigruppo di valutare un allentamento di alcune misure, alla fine sposa la linea più prudente. Unica eccezione, i ristoranti: potranno restare aperti a pranzo, nelle zone gialle, il 25 e 26 dicembre e il primo gennaio.
Sugli spostamenti, dopo lungo dibattito, nel governo vince intanto la linea della prudenza. Nel periodo natalizio ci si potrà spostare tra le Regioni solo per raggiungere la propria residenza e forse anche il proprio domicilio, oltre che per provati motivi di lavoro, salute o necessità. Non ci si potrà invece spostare per incontrare i parenti o andare verso le seconde case fuori Regione: “Non possiamo rischiare di far ammalare i nostri nonni e non possiamo ignorare che abbiamo ancora centinaia di morti ogni giorno”, spiega un ministro rigorista.
In più, il governo decide di blindare il Natale e il Capodanno stabilendo che il 24 e 25 dicembre e il primo gennaio non si potrà uscire dal proprio Comune. Sulle persone da ospitare a cena o a pranzo a casa non arriveranno regole e divieti, ma raccomandazioni e l’invito a evitare di stare con persone non conviventi. In tutto il periodo, compreso il Natale, resterà il coprifuoco dalle 22 e l’apertura dei negozi fino alle 21. La messa di Natale – ma su questo valuta la Cei – dovrebbe svolgersi alle 20.
Altri nodi restano da sciogliere e lo saranno solo dopo il confronto con il Parlamento e con le Regioni: qualcosa potrebbe cambiare. Sulla chiusura degli alberghi vicini alle piste da sci, ad esempio, si dibatte a lungo ma una decisione non viene presa. Così come resta l’incognita del possibile ritorno in classe degli studenti delle superiori da dicembre. Ma ci sono alcuni punti fermi: gli impianti sciistici restano chiusi fino a gennaio (Francia e Germania dovrebbero fare come l’Italia, avrebbe detto il premier nel pomeriggio) e per evitare il contagio di ritorno da altri Paesi che hanno gli impianti aperti, dovrebbe esserci obbligo di quarantena. Le crociere dovrebbero subire uno stop, per evitare che le feste vietate a terra, si svolgano in mare.
Altro punto importante, Giuseppe Conte vorrebbe dare un segnale positivo ampliando la percentuale di studenti in classe già dal 14 dicembre: dunque, non una vera e propria riapertura, ma un ridimensionamento della didattica a distanza. L’ipotesi deve essere ancora sottoposta al vaglio del Comitato tecnico scientifico (Cts).
Fonte Gds