Da un lato gli uscenti a caccia della riconferma, dall’altro i trombati alle Regionali che cercano un paracadute: le candidature alle Politiche del 4 marzo stanno già spaccando i partiti, perchè i posti sicuri (sondaggi alla mano) sono pochi e i pretendenti tantissimi.
E in questo clima è difficile scommettere su qualche new entry a sorpresa nel mondo della politica. In ballo in Sicilia ci sono 77 posti: 25 al Senato e gli altri alla Camera. Sono divisi in 28 collegi uninominali per la Camera e il Senato e il resto in quelli dove si vota col proporizionale.
Uscenti a parte, per ora i nomi nuovi sono per lo più quelli di big del consenso che provano a tornare sulla scena. C’è Antonello Antinoro, un tempo recordman di preferenze all’Ars che tenta la ricandidatura dopo aver saltato un paio di turni durante il processo che lo ha visto coinvolto: correrà nella lista che Saverio Romano (anche lui in corsa di nuovo) sta mettendo a punto con l’Udc di Cesa e altri cavalli di ritorno nel centrodestra (Lupi, Fitto, Costa, Tosi, Quagliariello e Zanetti).
Nella stessa Lista, ma a Catania, ci sarà l’ex assessore ai Trasporti della giunta Crocetta, Giovanni Pistorio. E poi ancora, Ester Bonafede e probabilmente un uomo di Raffele Lombardo: il figlio Toti o il nipote Giuseppe. Questa lista si chiamerà Noi con l’Italia e il grande regista in Sicilia è Romano. È un contenitore semivuoto con un simbolo, lo Scudocrociato circondato da altri loghi, che alle Regionali ha sfondato e dunque ora un posto alla corte di Romano è ambito. Anche perchè nelle altre liste c’è davvero l’overbooking.
Alle porte di Forza Italia, forte del successo alle Regionali, bussano in tanti: di sicuro ci saranno Francesco Scoma e Gabriella Giammanco, entrambi capilista. Un posto dovrebbe andare a Renato Schifani. Poi c’è il pressing di chi è andato via da Forza Italia per seguire Alfano e ora prova a rientrare: Francesco Cascio e Salvo Torrisi in primis, più in bilico Simona Vicari.
La sorpresa è Valentina Scialfa, volto gentile della giunta Bianco a Catania che ha cambiato campo e approda alla corte di Berlusconi. Fra le new entry potrebbero esserci l’ex tronista di Uomini e Donne Ylenia Citino e il leader azzurro al Comune di Palermo, Giulio Tantillo. E sempre fra chi prova a sbarcare per la prima volta a Roma nel Messinese ci sarà un uomo di Francantonio Genovese, probabilmente il cognato Franco Rinaldi.
Anche se pressano pure i delusi dalle Regionali Nino Germanà e Santi Formica. A Catania un’altra new entry fra gli azzurri potrebbe essere l’eurodeputato Salvo Pogliese. Mentre ad Agrigento sono in tanti a pressare il deputato regionale Riccardo Gallo a ritentare la corsa a Roma per liberare un posto a sala d’Ercole (a vantaggio di Vincenzo Giambrone).
A Siracusa la coppia di favoriti resta Stefania Prestigiacomo e Bruno Alicata. A Ragusa Forza Italia dovrebbe puntare su Nino Minardo e Giovanni Mauro. Nel centrodestra la partita è soprattutto quella della divisione dei seggi che i sondaggi indicano come blindati (sono la maggior parte dei 28 assegnati nell’uninominale). E qui rientra il braccio di ferro con la Lega, che chiede spazio per le conferme di Angelo Attaguile, Alessandro Pagano e Carmelo Lo Monte. Ma nell’area Salvini chiedono spazio anche i palermitani Francesco Vozza, Salvino Caputo e il catanese Fabio Cantarella.
Mentre Diventerà Bellissima, il movimento di Nello Musumeci, dovrebbe avere un pacchetto di candidature: Enrico Trantino e Raffaele Stancanelli sono i favoriti per entrare in lista in collegi blindati. Per la Meloni un posto sicuro dovrebbe andare al palermitano Gianpiero Cannella.
Nell’altra metà campo i sondaggi danno meno chances, almeno nei collegi uninominali, e questo sta creando i maggiori problemi in casa Pd. Dove i non eletti alle Regionali pressano per trovare spazio: e così c’è chi chiede al trapanese Baldo Gucciardi di candidarsi per lasciare ad altri il seggio all’Ars. Di sicuro un posto blindato andrà alla catanese Valeria Sudano (area renziana, vicina a Luca Sammartino). Gli altri posti nel Catanese andranno al segretario Fausto Raciti, a Giuseppe Berretta (area Orlando) e all’ex deputata regionale Concetta Raia.
A Palermo ci sarà spazio per le conferme del luogotenente renziano Davide Faraone e di Teresa Piccione (area Lupo) e probabilmente anche per una new entry vicina a Leoluca Orlando cioè Fabio Giambrone. Cercano spazio per la riconferma anche Magda Gulotta e Franco Ribaudo (area Cracolici). Fra i delusi dalle Regionali nel Pd pressano per trovare spazio il siracusano Bruno Marziano, i trapanesi Paolo Ruggirello e Giacomo Tranchida e il ragusano Pippo Digiacomo.
Poi il Pd deve risolvere alcuni casi, in primis gli spazi da assegnare ai movimenti e partiti satellite. Sembra certa la riconferma in un collegio blindato per Daniela Cardinale, figlia di Totò. Ma l’ex ministro e fondatore di Sicilia Futura chiede spazio anche per recuperare alcuni degli esclusi dall’Ars: il messinese Giuseppe Picciolo, gli agrigentini Totò Cascio e Michele Cimino e il trapanese Giacomo Scala. Il punto è che il Pd ha pochi posti sicuri su cui trattare e la partita interna si sta facendo incandescente. Anche perchè c’è da assegnare un po’ di spazio all’area Emiliano che in Sicilia vede big del calibro di Rosario Crocetta, Peppe Lumia e Giuseppe Antoci (il presidente del parco dei Nebrodi vittima di un attentato) contendersi i pochi posti attualmente previsti.
Senza considerare che nel quadro di accordi nazionali le liste andranno costruite per equilibrare gli spazi utili nel centrosinistra con i reduci alfaniani di Ap Giuseppe Castiglione, Dore Misuraca, Giuseppe Marinello, Gianpiero D’Alia, Giovanni Ardizzone, Nino D’Asero e Vincenzo Vinciullo. La pressione è tanta in casa Pd anche perchè secondo indicrezioni i big non stanno scommettendo nei collegi uninominali cercando riparo solo nel proporzionale, questo – secondo la base del partito – avrà l’effetto di far perdere consensi, visto che sulla scheda il voto sarà unico. E per questo motivo Giovanni Panepinto ha invitato i vertici del partito a non disimpegnarsi dall’uninominale: «Se non hai forza nell’uninominale, non te la ritrovi poi neppure nel plurinominale».
E così, mentre i grillini attendono l’esito delle loro primarie on line che vedono già in corsa tutti gli uscenti e un altro migliaio di aspiranti onorevoli (ma in casa 5 Stelle li chiamano portavoce), è la lista a cui ha dato vita Pietro Grasso con Bersani e D’Alema l’altro polo di attrazione. Lì la sorpresa dovrebbe essere il medico di Lampedusa Pietro Bartolo. Poi ci saranno le conferme di Erasmo Palazzotto e Pippo Zappulla. Mentre non dovrebbe riprovarci l’agrigentino Angelo Capodicasa.
A Palermo invece dovrebbero trovare spazio gli ex deputati regionali Pino Apprendi e Mariella Maggio e forse anche l’editore Ottavio Navarra. Non saranno trattative facili in nessun partito. E il tempo per chiudere gli accordi è ancora tanto: il termine per la presentazione delle liste scade il 31 gennaio.
(Gds.it – Giacinto Pipitone)