La famiglia al centro della manovra che il Parlamento ha approvato e che mette in campo 3 miliardi il prossimo anno e tra i 5 e i 6 quello successivo.
Il 2021 si apre con l’obiettivo dichiarato del governo di tradurre in realtà l’assegno unico per i figli, primo tassello del Family act. Altra ambizione, quella di allinearsi alle pratiche migliori di alcuni Paesi europei, e aumentare i posti negli asili nido, ancora oggi spesso un miraggio che aumenta le difficoltà delle neomamme a tornare a lavoro.
La cassa arriverà grazie al Recovery Fund ma già nella legge di Bilancio si fa un passo avanti incrementando il fondo di solidarietà comunale che serve proprio a questo scopo: nel testo è scritto nero su bianco che la priorità è creare le strutture laddove non ve ne sono e solo dopo ampliare l’offerta nel resto d’Italia.
Per l’assegno unico, al ritorno dalla pausa natalizia, i fari saranno puntati sul Senato dove giace da mesi il ddl delega e che rappresenta dunque la cornice necessaria per avviare la riforma. Si tratta dell’ultimo miglio dato che la Camera ha già approvato il testo a luglio e le intenzioni sarebbero di confermare il testo senza ulteriori ritocchi. In attesa del cambio di passo nel welfare, la Legge di Bilancio ha rifinanziato il bonus bebè con 340 milioni nel 2021 e 400 nel 2022, così come è finanziato il cosiddetto ‘bonus mamma domani’ da 800 euro.
Tra le 250 modifiche approvate nel giro di 48 ore in Parlamento, trova posto l’aumento a 10 giorni del congedo per i papà mentre spunta una dote da 50 milioni a sostegno delle “misure organizzative adottate dalle imprese per favorire il rientro al lavoro delle lavoratrici madri dopo» la nascita dei figli. Incentivi arrivano anche alla microimprenditorialità femminile e viene introdotto un assegno da 500 euro per le mamme single con figli disabili. Sempre per sostenere chi ha più bisogno e chi se ne prende cura, i deputati sono riusciti a incassare altri 50 milioni per aiuti all’autismo.
Quindici milioni in tre anni invece vanno alla lotta all’Alzheimer e altrettanti al fondo contro la povertà e l’inclusione sociale: in particolare i fondi saranno utilizzati per interventi in favore di coloro che, al compimento della maggiore età, vivono fuori dalla famiglia di origine sulla base di un provvedimento dell’autorità giudiziaria. Il doppio, 30 milioni l’anno per in triennio, ai caregiver: vale a dire a coloro che si prendono cura di un familiare in difficoltà.
Infine, per i più giovani che però vivono in nuclei familiari dal reddito basso (Isee a 20mila euro), una novità è il ‘cellulare’ di Stato: in realtà potrà essere anche un tablet o un altro supporto che potrà essere dato in comodato d’uso per un anno, Internet inclusa, con l’obiettivo di facilitare la didattica a distanza laddove necessaria e comunque i processi di digitalizzazione.
Prorogata anche con 150 milioni la ‘card cultura’ da 500 euro: destinata ai chi compie 18 anni, potrà essere usata anche per l’acquisto di abbonamenti a periodici.
Fonte Gds