“Il Governo italiano faccia chiarezza una volta per tutte, prenda una posizione nitida sulla questione della pesca nel Mediterraneo, e in particolare di quel tratto di mare a largo delle coste della Libia, oggetto di scorribande da parte di alcuni soggetti che lo hanno dichiarato unilateralmente di propria pertinenza, seppur mai riconosciuta dai Governi o da Istituzioni internazionali. I nostri pescatori non possono rischiare la vita ogni volta che vanno per mare. Ci chiediamo cosa si faccia concretamente a tutela dei nostri lavoratori. Lo Stato italiano offre cooperazione a quello libico, ma di contro ci pare che non ottenga abbastanza”.
Lo affermano i segretari generali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil Giovanni Di Dia, Franco Nuccio e Tommaso Macaddino a seguito del gravissimo episodio che ieri ha visto coinvolto il peschereccio di Mazara del Vallo “Aliseo”, con il ferimento del comandante Giuseppe Giacalone dopo che la guardia costiera libica ha aperto il fuoco contro l’imbarcazione.
“Occorre che le istituzioni diano la possibilità ai nostri pescatori di lavorare in sicurezza – aggiungono -. Ormai tutto questo non è più tollerabile. Il Ministero degli Esteri ha il dovere di tutelare i propri uomini e far sentire la propria voce in maniera autorevole”.
L’ufficio stampa Uil Trapani