In un primo tempo la Regione aveva pensato di avviare la stagione balneare già il primo maggio, Successivamente, dopo le pressioni di molti sindaci che temevano l’assedio alle spiagge, Musumeci ha firmato un’ordinanza che prevede l’avvio della stagione balneare in Sicilia dal 16 maggio. Una data che potrebbe segnare la fine della zona arancione, ultimo giorno prima dell’eventuale zona gialla che scatterebbe da lunedì 17.
Ma non vi è alcuna certezza che non vi siano ulteriori proroghe delle restrizioni, sebbene sia probabile il passaggio di fascia a giudicare dalla curva dei contagi in discesa. Il dubbio probabilmente sta ancora frenando i gestori dei lidi. Sebbene da domenica 16 maggio possano riaprire, solo in pochissimi lo faranno. Anzi solo il 20% degli operatori siciliani è al lavoro per avviare l’attività prima di giugno.
Per 4 su 5, dunque, l’apertura degli stabilimenti avverrà solo il prossimo mese, confermando che la stagione si preannuncia ancora ricca di incognite. Il dato emerge da un’indagine effettuata da Cna Balneari Sicilia su un campione di 150 operatori.
“Il risultato sottolinea ancora una volta il clima di incertezza che vive il comparto – affermano il portavoce Guglielmo Pacchione e il coordinatore Gianpaolo Miceli – e tutto questo lascia l’amaro in bocca per alcune decisioni assunte a livello nazionale che hanno bloccato la programmazione specie nella scelta di prevedere il coprifuoco alle ore 22 fino a fine luglio: un aspetto che ha messo in ultima fascia il Paese nelle pur complesse prenotazioni dall’estero”.
Quasi tutti gli operatori interpellati sono titolari di stabilimenti con area ristoro e 2 su 3 offrono il servizio di ristorazione. Solo un operatore su tre svolge l’attività d’impresa sotto forma di ditta individuale mentre la maggioranza sotto forma societaria.
Dall’indagine emerge anche una riduzione dell’offerta di postazioni dovuta al necessario distanziamento sociale. “La metà degli operatori rileva una riduzione di postazioni superiore al 30%. Gli altri dichiarano riduzioni di ombrelloni tra il 10% ed il 20% e solo un operatore su 10 non lamenta riduzioni”.
Fonte Gds