Dai primi tasselli di pulitura eseguiti presso il laboratorio Teri di Partanna sono emersi i colori originali della tela. Verosimilmente, agli inizi del ‘900, l’opera fu oggetto di restauro ma chi è intervenuto ha ridipinto con un nuovo strato di colori l’intero dipinto, cancellando, in parte, anche alcuni elementi. Negli anni ’90 si intervenne nuovamente con stucco per la chiusura di alcune lacune che si erano aperte. «Quando siamo intervenuti per i primi saggi di pulitura ci siamo accorti dei colori vivaci che venivano fuori dalla tela – racconta la restauratrice Rosalia Teri – a dimostrazione che quella originale è stata coperta successivamente con un nuovo strato».
L’opera, secondo gli storici Antonio Varvaro Bruno, Benedetto Patera e Giuseppe Mendolia, è attribuibile a Gherardo Astorino e misura 2,50×3,50 metri. Originariamente è stata collocata nella chiesa San Nicolò da Tolentino a Partanna. Dopo il sisma del 1968 è stata trasferita presso il Palazzo Abatellis di Palermo per poi fare rientro a Partanna, sul finire del ‘900, nella chiesa Maria Ss. delle Grazie. Ora l’intervento di restauro voluto dal parroco don Antonino Gucciardi e finanziato dalle famiglie di Antonella, Graziella, Pippo, Pietro e Caterina Ciulla. Qualche giorno addietro la Soprintendenza ai beni culturali di Trapani ha predisposto l’esecuzione di una radiografia sulla tela. Dai risultati è emerso che, sotto lo strato visibile di vernice, c’è l’originale disegno a colori realizzato da Astorino. L’intervento di restauro continuerà ora con la pulitura completa della tela, per così riportare in luce i colori originali del ‘600.
Diocesi di Mazara