Sei su sei. E’ Bruno Mars il re incontrastato della 60/ma edizione dei Grammys, gli Oscar della musica. Il cantante ha vinto tutti e sei i premi per i quali era nominato. Ha portato a casa anche il titolo per miglior album (“24K Magic”), “Record of the year” e miglior canzone (“That’s What I Like”). “O mio Dio – ha detto il performer -. Grazie mille a tutti ragazzi, wow. Voglio dedicare questo premio agli autori (come Babyface, Teddy Riley Jimmy Jam e Terry Lewis)”.
Con i sei premi conquistati oggi, ora Bruno Mars si porta a 11 Grammy in carriera. Jay-Z, che dominava le nomination in 8 categorie, è tornato a casa a mani vuote. Ha perso anche nella categoria dedicata ai rapper, vinta da Kendrick Lamar, che ha conquistato cinque Grammys, compreso il miglior album rap (“DAMN”) e la miglior canzone rap (“HUMBLE”).
Come è ormai consuetudine in questa stagione dei premi carica di significati sociali e politici, anche la 60ma edizione dei Grammy è stata caratterizzata dai tanti discorsi e momenti dedicati ai movimenti #Metoo e Time’s up. Quasi tutte le star presenti alla serata hanno indossato una rosa bianca, adottata come simbolo della lotta delle donne contro gli abusi. Elton John ha cantato Tiny Dancer (insieme a Miley Cyrus) con una rosa bianca sul pianoforte e la pop star Kesha ha portato alle lacrime gli ospiti con una performance carica di emozioni.
La cantante si è esibita in “Praying” insieme ad un gruppo di colleghe, Cyndi Lauper, Andra Day, Camila Cabello, che alla fine della canzone si sono abbracciate commosse. Anche il conduttore della serata James Corden era visibilmente emozionato al termine della canzone. Kesha è stata particolarmente esplicita nel parlare della recente battaglia femminile contro gli abusi sessuali.
D’altronde la battaglia legale contro il produttore Dr. Luke, dalla cantante accusato di violenza sessuale e molestie, è diventata oggetto di titoli nazionali e molti musicisti, come ad esempio Taylor Swift, si sono offerti di aiutarla e di pagare le spese legali che deve affrontare per portare avanti la sua lotta. Praying, uscita a giugno ha segnato una svolta nella musica di Kesha. I suoi toni cubi e emotivi sono stati attribuiti alla battaglia che sta portando avanti.
La cubana Camila Cabello ha invece parlato dei dreamers, i giovani immigrati illegali, arrivati in America da bambini che ora stanno combattendo la loro lotta per la ottenere la naturalizzazione.
Ansa