L’elettore avrà tre opzioni: potrà segnare il candidato uninominale e il simbolo del partito o di uno dei partiti che lo sostengono (sempre all’interno dello stesso riquadro: non è previsto il cosiddetto “voto disgiunto”); potrà segnare soltanto il candidato uninominale e in questo caso il voto varrà anche per il partito singolo o per i partiti coalizzati (in misura proporzionale tra loro in base ai voti ottenuti dagli stessi); potrà segnare soltanto il partito o uno dei partiti coalizzati e in questo caso il voto varrà anche per il candidato uninominale collegato
Per le elezioni politiche del prossimo 4 marzo, che stabiliranno la nuova composizione di Camera e Senato, si voterà per la prima volta con la nuova legge elettorale: il Rosatellum, un sistema misto maggioritario-proporzionale. Gli elettori riceveranno una scheda per la Camera e, per chi ha più di 25 anni, una per il Senato. Le due schede sono identiche. Differiscono solo per il colore, come accade in tutte le elezioni politiche: rosa per la Camera e gialla per il Senato. In base agli ultimi dati forniti dal ministero dell’Interno, gli elettori in Italia sono complessivamente oltre 51 milioni, di cui circa 24 milioni e 800mila uomini e 26 milioni e 400mila donne.
Ecco com’è fatta la nuova scheda elettorale e una guida su come esprimere il proprio voto
Il sistema elettorale del Rosatellum prevede che i partiti possano presentarsi alle elezioni singolarmente o uniti in coalizioni. Ogni scheda sarà divisa, quindi, in una serie di aree ognuna corrispondente a un partito o a una coalizione. Ogni area presenta un rettangolo con un solo nome: è quello del candidato di partito o di coalizione nel collegio uninominale del luogo in cui l’elettore ha la residenza. Sul sito del ministero dell’Interno è possibile consultare la suddivisione dei seggi nelle circoscrizioni elettorali per la Camera e per il Senato. Sotto al rettangolo l’elettore troverà uno o più simboli di partiti, che sono le liste singole dei candidati che sostengono la coalizione. Accanto ai simboli, i nomi dei candidati di quel partito per il collegio proporzionale.
Come si compila la scheda
Come accade per ogni elezione, anche per le Politiche 2018 l’elettore può esprimere il proprio voto tracciando un segno sulla scheda elettorale. Per ogni scheda, l’elettore ha “a disposizione” al massimo due “x”: una per il candidato nel collegio uninominale e un’altra per uno dei partiti che sostengono quel candidato. La regola da tenere a mente è che non è ammesso il voto disgiunto. È possibile, quindi, barrare il nome di un candidato al collegio uninominale e poi scegliere una delle liste che lo appoggiano. Ma non è consentito scegliere una lista di un’altra coalizione. Se viene barrata una lista di un’altra coalizione rispetto al candidato scelto nel collegio uninominale, la scheda viene annullata. La seconda “x”, quindi, può essere tracciata soltanto su una delle liste che appoggiano il candidato che si è scelto nel collegio uninominale. La seconda regola da tenere a mente è che il Rosatellum non prevede preferenze. Non sarà possibile, perciò, barrare con una “x” il nome di un candidato nel collegio proporzionale: i listini presentati dai partiti sono bloccati. Si può votare soltanto una lista e non un nome.
Cosa succede, invece, se l’elettore utilizza solo una “x”? Se viene tracciato solo un segno su uno dei partiti nella “parte” proporzionale della scheda, il voto viene esteso automaticamente al candidato del collegio uninominale sostenuto da quel partito. Se invece la “x” viene posta solo sul candidato nel collegio uninominale, tutti i voti di questo tipo saranno distribuiti tra le liste che appoggiano quel candidato uninominale in proporzione ai voti ottenuti da ciascuna lista in tutte le sezioni del collegio uninominale.
Cosa accade dopo lo spoglio
Con la nuova legge elettorale, la ripartizione dei seggi è questa: per la Camera 232 assegnati dai collegi uninominali con il maggioritario, 386 dai collegi plurinominali con il proporzionale e 12 dalla circoscrizione estero. Al Senato invece 116 seggi saranno assegnati con il maggioritario, 194 con il proporzionale e 6 dalla circoscrizione estero. Per quanto riguarda i collegi uninominali, il seggio andrà al candidato che otterrà anche un solo voto in più rispetto agli altri. L’assegnazione dei restanti seggi avviene appunto con metodo proporzionale: ogni lista avrà un numero di parlamentari in proporzione ai voti ottenuti nei collegi. I candidati della lista proporzionale – si tratta di listini bloccati – saranno eletti nell’ordine in cui compaiono sulla scheda, fino a raggiungere il numero a cui quella lista ha diritto.