Scade il contratto decennale tra il Comune ed Area 14 e i Commissari chiedono l’immediata restituzione dell’immobile e il pagamento dei canoni di concessione e tributi locali, per oltre 50.000 euro. Già notificato al legale rappresentante il divieto di esercitare, sin da subito, le attività. Anche la libreria Mondadori è ferma. A rischio oltre venti posti di lavoro, mentre i legali della Ditta sono pronti a dare battaglia al provvedimento di chiusura.
Una situazione che questa volta non ha a che vedere con fallimenti vari, mafia, ma sa di burocrazia, di atti a volte contrastanti che finiscono per dare una lettura dei fatti diversa a secondo delle posizioni. E così anche i giovani saccensi che nel 2015 hanno avuto in affitto un ramo di azienda per la gestione del bar del self service e altro hanno dovuto per lo meno per ora attenersi al provvedimento.
Tutto parte nel 2005 con un bando pubblico per l’assegnazione di un capannone comunale sito in contrada Strasatto, oggi via Caduti di Nassiriya che il Comune aveva realizzato come stand espositivo per la valorizzazione del prodotti tipici.
L’anno successivo, dopo investimenti per circa cinque milioni di euro, da parte della Società Gogò srl, viene stipulato con il Comune un contratto di affitto decennale, scaduto nel 2016. Dopo la scadenza l’immobile quasi per rinnovazione tacita è rimasto nella gestione della Società.
Adesso, visto la stretta su tutte le attività commerciali, dipesa anche da mancato pagamento di canoni di concessione e tributi vari e della mancata formalizzazione del nuovo contratto di affitto, è arrivato il provvedimento dirigenziale n. 81 dello scorso sette febbraio che intima alla Società Gogò srl di lasciare l’immobile libero da cose e persone entro trenta giorni, con la consegna delle chiavi e nel contesto con il divieto di esercitare sin da subito qualsiasi attività all’interno della struttura.
C’è poca voglia di parlare da parte dei soci che mostrano una delibera la n. 246 del 4 giugno 2014, quindi due anni prima della scadenza, che fa proprie le richieste del legale della Società che chiedeva “dopo tanti e tanti investimenti e lungaggini la proroga per altri dieci anni”, presentando anche un piano di rientro dei debiti allora di 53.709 euro e una polizza fideiussoria.
La Giunta deliberava “la proposta è meritevole di accoglimento per gli ingenti investimenti, è stato dato vita ad un importante polo economico in un area comunale adesso incrementata dal valore dell’immobile e che pertanto manifesta l’espressa volontà di rinunciare alla scadenza del contratto alla risoluzione dello stesso e di rinnovarlo per ulteriore periodo di dieci anni”.
Quando è arrivata ieri la notifica della cessazione delle attività fatta direttamente dal vice comandante dei Vigili Urbani, ai giovani impiegati sono venute le lacrime agli occhi. Area 14 oggi è diventato un punto di riferimento soprattutto dei giovani del circondario e l’azienda risulterebbe in crescita.
Uno dei soci sul problema del mancato pagamento dei canoni e dei tributi precisa: “Avevamo sulle spalle due mutui da onorare in un momento di grave crisi, oltre al pagamento degli stipendi e delle spese di gestione e per questo siamo un po’ in difetto”.
Salvatore Di Benedetto, legale rappresentante della Società, dichiara di “avere dato mandato ai legali per chiarire la posizione amministrativa dell’Azienda e per contrastare nelle opportune sedi i provvedimenti notificati.”
Riceviamo e pubblichiamo una nota dello staff di Mondadori: “Siamo dispiaciuti di dover comunicare a tutti i nostri cari clienti che Area14 è stata costretta a chiudere per un grave disguido burocratico. L’obiettivo della proprietà è di chiarire al più presto quello che per noi è un colossale equivoco, aggravato dal fatto che le attuali istituzioni si rifiutano di colloquiare con la nostra amministrazione per cercare di risolvere la questione. Quindi si preferisce far chiudere il principale punto di riferimento culturale della città e della Valle del Belìce piuttosto che risolvere i problemi con il buon senso.
Ma non vogliamo darvi un addio, siamo certi che la giustizia farà il suo corso, la proprietà e l’amministratore sono già al lavoro per fare chiarezza sulla vicenda. Abbiamo portato vari eventi a sfondo culturale, solidale e sociale, collaborando con associazioni e scuole del territorio, con frutti davvero importanti.
Ci siamo sacrificati in nome del sapere, della conoscenza, dell’approfondimento, abbiamo aperto le nostre porte soprattutto ai giovanissimi, alle istituzioni scolastiche, facendo loro conoscere scrittori e attori impegnati nel diffondere temi e argomenti di alto livello culturale e sociale e altri erano già in programmazione.
Faremo tutto quello che sarà nelle nostre forze e capacità per ridare a questa città e alla Valle del Belìce quello che momentaneamente gli è stato brutalmente tolto. Grazie a tutti coloro che ci hanno apprezzato e dato fiducia in questi anni, a tutti coloro che fin qui hanno collaborato alacremente con noi con l’auspicio di ritrovarci nuovamente insieme più motivati di prima nel diffondere cultura e sapere in un territorio che ogni giorno ci ha dimostrato di apprezzarne l’operato.
“Un territorio senza cultura è destinato a dimenticare chi è, da dove viene, ma sopratutto perde l’orientamento e va incontro ad un destino incerto”
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