Il responsabile del Dipartimento del settore ittico e pesca per la provincia di Trapani della Democrazia Cristiana, Gaspare Asaro, unitamente ad Alessandro Giacalone e Andrea Ingargiola componenti del Dipartimento del settore ittico e pesca per la città di Mazara del Vallo della Democrazia Cristiana, prendono posizione circa l’istallazione del parco eolico offshore al largo delle coste trapanesi.
“In questo ultimo anno – ha detto Asaro – ho raccolto pareri tra gli operatori del settore ittico trapanese, e sono emerse grandissime perplessità circa l’istallazione del parco eolico offshore al largo delle coste trapanesi, in una zona di mare, che da sempre è fonte di sostentamento delle famiglie impegnate nel settore ittico”. Nella provincia di Trapani sono circa 200 le imbarcazioni che giornalmente, solcano questo tratto di mare. E circa 1000 gli uomini impegnati su queste imbarcazioni che hanno come unica fonte di reddito i frutti che questa zona di mare dona loro. In tutto circa 50.000 le persone che, a vario titolo, e con varie mansioni, lavorano nell’indotto della pesca: dalla trasformazione ittica, ai cantieri, alle officine navali, alla ristorazione.
Noi della Democrazia Cristiana siamo fermamente convinti che il processo verso una transizione ecologica sia una delle priorità per un futuro e che sia necessaria per avere una migliore consapevolezza ecologica del nostro mondo, e crediamo altresì che debba essere l’unica strada da percorrere per una piena sostenibilità ambientale. Ma tutto questo deve essere perseguito senza ricadute sul comparto ittico, tra l’altro già provato da varie vicissitudini di natura legislativa e da dinamiche di mercato non favorevoli.
Non si può cancellare un settore economico per favorirne un altro. I costi sociali che questa strategia politica porta con sé, sono troppo alti e sono tutti sulle spalle della collettività. Per questo motivo riteniamo sia inimmaginabile avere barche performanti ma non poterle utilizzare perché non ci sono più zone di pesca dove pescare. Riteniamo sia utile un compromesso sull’istallazione di queste turbine che dia modo alle imbarcazioni di poter lavorare senza intralcio e senza pericolo. Inoltre, sarebbe auspicabile formulare una strategia di uscita da questo settore per chi volesse interrompere l’attività di pesca, creando reali possibilità di futuro.
Ci auguriamo che le nostre considerazioni siano valutate positivamente da chi oggi è deputato a decidere sul futuro di questa attività che, è utili ribadirlo, ancora oggi rappresenta un settore economico trainante e fondamentale per questo territorio e si contrappone fortemente ai possibili, eventuali, benefici che potrebbero aversi fra circa 15 anni da questi impianti energetici.