Per le firme bisognerà attendere almeno un paio di mesi. Ma da ieri la trattativa per arrivare al rinnovo del contratto per i circa 11 mila dipendenti regionali è ufficialmente ripartita. E porta con sé la per la prima volta l’impegno del governo a iniziare la manovra delle promozioni che dovrebbero portare chi oggi è in fascia bassa a fare un sensibile salto di categoria.
Ed è quest’ultimo il fronte su cui si sono registrate le mosse più significative. Il governo – riferiscono tutti i sindacalisti convocati all’incontro – si è impegnato a portare avanti da subito la cosiddetta riclassificazione. Si tratta della revisione delle fasce in cui è distribuito il personale: oggi sono 4 e inquadrano i 10.436 funzionari ancora in servizio. Al termine delle trattative saranno tre (forse due) e ci saranno mansioni diverse e aggiornate per tutti. Ciò farà fare il salto in avanti a quanti ora sono nelle due fasce più basse: i 2.067 che si trovano in B e i 2.689 che sono in A.
Su queste basi tutte le sigle si sono dette disponibili a riprendere le trattative. Che partiranno però dall’accordo sugli aumenti di stipendio: ci sono sul tavolo una cinquantina di milioni che sono rimasti da quasi due anni non spesi per la rottura delle trattative. I soldi saranno sufficienti a erogare aumenti che oscillano da 80 a 150 euro al mese a seconda della fascia. In più il governo stanzierà nella prossima Finanziaria altri 28 milioni perché il contratto che si va a rinnovare nasce già scaduto (vale per il triennio 2019-21) e serve quindi la copertura per gli anni successivi.
Gds.it – Giacinto Pipitone