La Forza delle Donne, il documentario di Laura Aprati e il siciliano Marco Bova continua il suo tour e approda aMarsala l’8 aprile, il documentario sarà proiettato al Complesso Monumentale San Pietro alle 17:00:l’appuntamento è organizzato da Libera, Amici del Terzo Mondo, Archè Onlus, Casa di Venere con il patrocinio del Comune di Marsala.
Il documentario racconta un viaggio drammatico quanto magico fra le donne, donne che migrano e donne che accolgono, osservate nel loro confronto profondo e disincantato. Uno sguardo su un mondo tutto al femminile: dal Kurdistan al Libano, immortalato nel suo vissuto assolutamente quotidiano della guerra.
Il valore di questo documentario è proprio in questo confronto profondo e disincantato: la forza delle donne racconta i problemi di conflitti e migrazioni attraverso uno sguardo tutto al femminile, attraverso la diversità di genere delle sue protagoniste.
Donne di tutti gli strati sociali, di religioni diverse, di etnie diverse accomunate dalle difficoltà quotidiane, dalla gestione delle famiglie, da responsabilità sempre più gravose. Il rapporto con i figli in una società dove l’uomo è dominante ma in tempi di guerra diventa l’anello debole.
Ed è proprio il racconto, disincantato, della quotidianità ha fatto sì che il documentario ricevesse l’attenzione di festival ed iniziative sociali e culturali in tutta Italia. E’ stato selezionato tra i 100 candidati ai “Nastri d’Argento”, premio del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici.
Premiato al Vittoria Peace Film Festival, sarà presentato il 15 aprile al Festival Internazionale di Perugia in un panel di discussione proprio sulla “Forza delle Donne”. Sarà in anteprima, per il Festival “Voci d’inchiesta”, a Pordenone e a Triste per “Link- Il Premio Lucchetta incontra”.
“Con Focsiv, che ci ha supportato nell’esperienza in Kurdistan e Libano- spiega Laura Aprati -, abbiamo deciso di cogliere l’occasione della proiezione di questo lavoro per riprodurre, ad ogni tappa di questo che vuole essere un vero e proprio tour, la forza delle donne rifugiate, da una parte, e quella delle donne dei paesi ospitanti, dall’altra. Ciascuna con i propri problemi, che parlano di quotidianità, lavoro, salute, cibo. Un problema, connesso alle migrazioni, che non riguarda solo paesi lontani ma che è un problema italiano e globale.”