Valuterò come uscire dallo stallo”. Perché “emerge con evidenza che il confronto tra i partiti non ha fatto progressi”. Sergio Mattarella sintetizza così l’esito del secondo giro di consultazioni. Un timbro sul fatto che non c’è nessun passo avanti. Che a oggi non ci sono spiragli, nonostante le pressioni esercitate sui leader pollitici: “Ho fatto presente la necessità di avere un governo nel pieno delle sue funzioni”. Ancora: “Le attese dei concittadini, i contrasti del commercio internazionale, le scadenze importanti e imminenti in Europa, l’acuirsi delle tensioni internazionali in aree non lontane dall’Italia richiedono che si sviluppi e si concluda positivamente il confronto tra i partiti”. E il presidente prende per sé “alcuni giorni” per valutare le exit strategy dall’impasse.
Il secondo giorno di consultazioni si è aperto con gli incontri di Mattarella con il capo dello Stato emerito, Giorgio Napolitano, e con i presidenti di Camera e Senato. Dopo la giornata di ieri, dedicata ai partiti, è stato dunque il turno dei rappresentanti istituzionali. Il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano è arrivato alle 10.15. “Il compito di Mattarella è estremamente difficile e complesso e nello stesso tempo presenta una sua innegabile urgenza”, ha detto al termine del colloquio. “Siamo tutti accanto al presidente Mattarella nella ricerca di una soluzione”.
Il capo dello Stato ha poi sentito il presidente della Camera, Roberto Fico – che ancora una volta è arrivato al Colle al piedi – infine la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati.
Alla fine Mattarella ha preso la parola, rivolgendo il suo ultimatum ai partiti.
Quali le ipotesi in campo? Sembra definitivamente tramontata la carta Giorgetti, un’ipotesi cui il Quirinale non pensa. La conferma arriva anche dal fronte leghista con Molteni, neoeletto presidente della commissione speciale, che dice: “Stimo Giorgetti, ma il candidato premier resta Salvini”. Di fronte allo stallo, Mattarella potrebbe affidare un preincarico, con tutta probabilità allo stesso Matteo Salvini, che è l’uomo indicato dalla coalizione di centrodestra. In alternativa, resta ancora in piedi l’ipotesi di una esplorazione da affidare al presidente del Senato Alberti Casellati o anche al presidente della Camera Roberto Fico. Nel primo caso, una mossa di Mattarella ha il sapore di un avviso ai partiti che non riescono a trovare un accordo: chi riceve il preincarico rischia infatti di bruciarsi, se non trova la maggioranza sufficiente.
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