L`interesse della mafia trapanese per i reperti archeologici era stata rivelata anche dal collaboratore di giustizia marsalese Concetto Mariano. Il pentito, dice la Dia che oggi ha eseguito il provvedimento di sequestro dei beni dell`imprenditore Gianfranco Becchina, aveva dichiarato di aver ricevuto l`incarico dai vertici del suo mandamento mafioso di trafugare il Satiro danzante, reperto archeologico conservato a Mazara del Vallo. Ad ordinare il furto sarebbe stato Matteo Messina Denaro, che avrebbe poi provveduto a commercializzarlo “attraverso sperimentati canali svizzeri“. Il satiro danzante, statua in bronzo del IV secolo a.C. ritrovata nel canale di Sicilia nel marzo del 1998 dall`equipaggio del peschereccio mazarese “Capitan Ciccio“, è conservata nel museo omonimo a Mazara del Vallo. La statua venne rinvenuta in due fasi: nella primavera del `97 venne alla luce la gamba sinistra e nel 1998 il corpo senza l`altra gamba e le braccia.
Il pentito Mariano, nel 2003, dichiarò che il piano gli venne rivelato da un fedelissimo di Natale Bonafede, reggente della cosca di Marsala e braccio destro del boss mazarese Andrea Manciaracina. Il commando sarebbe dovuto entrare in azione mentre la statua, a pochi giorni dal suo ritrovamento, nel 1998, si trovava nei locali del comune di Mazara. “Abbiamo chi ci darà le chiavi della stanza in cui il satiro è custodito“, fu detto al collaboratore. Ma poi qualcosa andò storto. Chi avrebbe dovuto consentire ai mafiosi di entrare indisturbati in Municipio si tirò indietro. Anche le ipotesi di una rapina violenta svanirono: qualche giorno prima della data scelta per il colpo le misure di sorveglianza attorno alla statua vennero improvvisamente rafforzate. “Ci dissero – raccontò Mariano – che a volere il satiro era Messina Denaro“. Il capomafia avrebbe agito per conto di un collezionista straniero. Se il colpo fosse riuscito la statua sarebbe finita oltre i confini italiani.
“Messina Denaro – rivelò il collaboratore – ci fece sapere che per il furto non ci avrebbe dato un soldo e che se ci fossimo lamentati saremmo finiti in un canale“.
(Fonte: Gds.it)