Si solleva sempre più il coperchio su quello che qualcuno ha definito “l’ultimo tabù” della Chiesa, quello delle religiose vittime di abusi e violenze sessuali da parte di sacerdoti o di altri religiosi. E se fanno scalpore in questi giorni le rivelazioni su un eminente porporato statunitense, l’ex arcivescovo di Washington Theodore McCarrick, dimessosi oggi dal cardinalato per le accuse di abusi sessuali e molestie verso seminaristi sia minori che adulti, il Vaticano – ha documentato oggi un’ampia inchiesta dell’Associated Press – è da tempo a conoscenza anche dell’abuso sessuale di suore da parte di preti e vescovi, e ha fatto ben poco per fermarlo.
I casi di suore abusate sono emersi in Europa, Africa, Sud America e Asia, mostrando che il problema è globale e pervasivo, grazie allo status di seconda classe nella Chiesa e alla loro sottomissione agli uomini che lo controllano. Eppure alcune suore ora stanno facendo sentire le loro voci, sostenute dal movimento #MeToo e dal crescente riconoscimento che persino gli adulti possono essere vittime di abusi sessuali quando c’è uno squilibrio di potere in una relazione.
La portata dell’abuso di suore non è chiara, almeno al di fuori del Vaticano. Tuttavia, questa settimana, circa una mezza dozzina di sorelle di una piccola congregazione religiosa in Cile sono uscite allo scoperto sulla tv nazionale con le loro storie di abusi da parte di preti e di altre suore e su come i loro superiori non abbiano fatto nulla per fermare tutto questo.
Una suora in India ha di recente presentato denuncia formale alla polizia accusando un vescovo di stupro, cosa che sarebbe stata impensabile solo un anno fa. I casi in Africa sono emersi periodicamente; nel 2013, ad esempio, un noto sacerdote in Uganda ha scritto ai suoi superiori un messaggio che menzionava “sacerdoti romanticamente coinvolti con sorelle religiose”, per cui è stato prontamente sospeso dalla Chiesa finché non si è scusato, a maggio.
Il Vaticano per ora tace su quali misure siano state adottate per valutare la portata del problema a livello globale, o per punire i colpevoli e prendersi cura delle vittime, spiegando che “spetta ai dirigenti delle Chiese locali sanzionare i sacerdoti che abusano sessualmente delle suore”.
Nel giugno scorso era già stato il francese ‘Le Parisien’ a evocare un «enorme scandalo» potenziale, sintetizzando alcuni casi come quello d’una «religiosa stuprata da un altro religioso in un monastero», una «suora vittima dei palpeggiamenti di un prete nel confessionale» e un’altra «aggredita sessualmente da un’altra suora della sua stessa congregazione». Fatti in genere molto vecchi, quindi caduti in prescrizione. Nella «grande maggioranza dei casi, le prede tengono la bocca cucita. E quando riescono a raccontare il loro calvario, è perché sono uscite dal clero», continuava il giornale. Ma il fenomeno è valutato come “molto più ampio”, spiegava Francois Devaux dell’associazione La Parole Liberee, puntando il dito contro quei «preti che abusano della loro posizione di autorità spirituale per approfittarne sessualmente». E oggi il velo sta cominciando a cadere.
Gds.it