I carabinieri del Ros hanno arrestato per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dall’aver agevolato Cosa nostra Laura Bonafede, maestra e figlia dello storico boss di Campobello di Mazara, Leonardo Bonafede. Per anni sarebbe stata la donna di Matteo Messina Denaro e farebbe parte della rete di complici che ha protetto il capomafia durante la latitanza. L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dall’aggiunto Paolo Guido e dal pm della Dda Gianluca de Leo. Il Ros ha condotto l’operazione con il supporto dell’Arma territoriale. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal tribunale di Palermo, su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo. Sono attualmente in corso numerose perquisizioni nella provincia di Trapani. L’operazione, spiega il Ros, rappresenta una prosecuzione dell’indagine che lo scorso 16 gennaio ha consentito di catturare a Palermo il super-latitante Matteo Messina Denaro.
Assieme al boss venne arrestato anche Giovanni Salvatore Luppino, l’uomo che aveva accompagnato Messina Denaro in auto da Campobello alla clinica La Maddalena di Palermo, accusato di procurata inosservanza di pena e favoreggiamento aggravati dalle modalità mafiose. Arrestato, pochi giorni dopo il boss castelvetranese, anche Andrea Bonafede (classe 1963) per partecipazione ad associazione mafiosa: è il geometra che ha fornito l’identità a Messina Denaro. Stessa sorte per il medico Alfonso Tumbarello, per concorso esterno in associazione mafiosa ed altri reati pure aggravati dalle modalità mafiose: il professionista prescriveva al finto Andrea Bonafede, in realtà Messina Denaro, le visite da effettuare per curare il tumore. Nella rete anche un altro Andrea Bonafede (classe 19 69) per procurata inosservanza di pena e favoreggiamento aggravati dalle modalità mafiose: era lui a occuparsi dei contatti con il medico per le cure del super-boss. Più eclatante l’arresto di Rosalia Messina Denaro, sorella di Matteo, per partecipazione ad associazione mafiosa: il ritrovamento di «pizzini» nella sua casa è stato decisivo per le indagini. Poi sono stati arrestati Emanuele Bonafede e la moglie Lorena Ninfa Lanceri per procurata inosservanza di pena e favoreggiamento aggravati dalle modalità mafiose: erano i vivandieri del boss.
Fonte: Gds.it