L’ultima seduta, a vuoto e senza nome approvate, è stata il 31 luglio. Dopo un mese e mezzo di vacanza l’Ars torna a riunirsi oggi. Ma i 70 deputati di Sala d’Ercole non faranno nulla nemmeno oggi: all’ordine del giorno ci sono solo “comunicazioni”. Cioè nulla. La conferenza dei capigruppo non è stata convocata, lo sarà forse oggi. Ma per fare cosa? La maggioranza e il governo Musumeci vorrebbero puntare sui “collegati”, le norme cioè mai approvate e stralciate dalla vecchia Finanziaria. Già, ma con quali coperture? L’assessorato Economia ha comunicato un nuovo disavanzo che a livello nominale è di 1,3 miliardi di euro ma che, concretamente, porterebbe a minori coperture per 400 milioni nel 2020 e circa 200 milioni nel 2019. La Corte dei conti, fatto mai avvenuto in anni recenti, ancora non ha parificato il bilancio 2018.
In questo quadro si va a tentoni e deputati dell”Ars rischiano di rimanere con le mani in mano per molto tempo. “Non è certo un buon inizio – dice il capogruppo del Pd Giuseppe Lupo – il governo innanzitutto deve fare chiarezza sulla situazione economica e finanziaria, se c’è davvero un disavanzo da 1,3 miliardi di euro e quindi quando arriverà il rendiconto, l’assestamento e quindi la parifica della Corte dei conti. Senza tutto questo non possiamo fare nulla. La maggioranza parla di “collegato”, ma non hanno capito che l’anno è finito e non c’è chiarezza sui fondi. Hanno perso la bussola: il governo venga in conferenza dei capigruppo e dica cosa vuole fare, così anche il ddl sui rifiuti è impossibile da votare entro l’anno”.
“L’Ars comincia come ha finito, senza fare nulal – dice il capogruppo del Movimento 5 stelle Francesco Cappello – il presidente Ganfranco Micciché ci ha convocato per farci vedere le norme del “collegato” che dobbiamo approvate ancora. Ma è assurdo parlare da mesi di questi “collegati”, davvero non ha senso”.
Il deputato del Movimento 5 stelle, Luigi Sunseri, attacca: “Ci hanno fatto perdere mesi nelle commissioni ad approvare i “collegati” e poi il presidente Gianfranco Micciché il 31 luglio li ha accontonati – dice – adesso dopo un mese e mezzo torniamo in aula e non c’è nulla. Davvero così non si può andare avanti, ci sono riforme che i siciliani attendono da anni e noi non abbiamo nulla all’ordine del giorno, un paradosso scandaloso”.
Repubblica.it – Antonio Fraschilla