Si dicono “sollevati”. “Siamo stati obbligati a lasciare il Movimento 5 Stelle, perché perché in quel movimento si era colpevoli di essere liberi di pensare. Non era richiesta la ricerca di pensare con la propria testa come siamo stati abituati a fare nella vita di tutti i giorni. Questo ci ha portato a una scelta obbligata”. Su questa linea nasce il gruppo dei dissidenti Cinquestelle, Progetto civico-Attiva Sicilia, che spaccano dunque a metà il movimento nella terra che appena due anni fa lo ha visto fare l’en plein alle politiche: il gruppo sarà guidato da oggi dal capogruppo Matteo Mangiacavallo e composto anche dalla vicepresidente dell’Ars Angela Foti e da Elena Pagana, Valentina Palmeri e Sergio Tancredi. “La permanenza in quel gruppo – dice Foti – era diventata insopportabile, al punto di diventare un tradimento del nostro programma. Le buone idee non sono di destra né di sinistra”.
Eppure, promette Tancredi, “eravamo e resteremo minoranza”. Per un progetto che secondo Mangiacavallo sarà “un ritorno alle origini, un ritorno alla strada. Noi non abbiamo mai abbandonato le battaglie contro gli inceneritori, per l’acqua pubblica. Torniamo a quelle battaglie”. “Noi – aggiunge Pagana – siamo stati eletti con il Movimento 5 Stelle. Ci ha dato tanto e non lo rinneghiamo. Non sentirete una parola contro il movimento, da ora in poi. Continueremo a decurtarci lo stipendio e lo verseremo ai progetti che ci saranno segnalati dal territorio”. “Non stiamo cambiando pelle – prosegue Mangiacavallo – stiamo cambiando il vestito”. “Rivendichiamo le nostre battaglie – scandisce Palmeri – e il ruolo fondamentale di essere ago della bilancia, al quale abbiamo rinunciato durante la votazione della legge sui rifiuti. Quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso”. “Adesso – attacca poi Mangiacavallo – manca una leadership nel movimento. Prima c’era Giancarlo Cancelleri, ora non più”.
Del gruppo fanno parte quattro parlamentari alla seconda legislatura, tutti tranne Pagana: “Il terzo mandato – specifica Palmeri – non è una questione sulla quale ci stiamo interrogando. Valuteremo dopo”. “Questa – continua Foti – è forse una questione che affascina più il Movimento 5 Stelle che noi”. Arriva dunque una scissione, nonostante il tentativo nazionale di stoppare la fuoriuscita: “Siamo stati contattati via e-mail da Vito Crimi che ci ha chiesto i motivi – racconta Foti – e poi ci ha contattati la facilitatrice Angela Raffa. I probiviri non ci hanno scritto”. Ora, però, gli assetti all’Ars cambiano: “Questo gruppo – commenta Tancredi – ha diritto di essere rappresentato nelle commissioni. Ma non c’è nessuno scambio. Si parla di me per la presidenza della commissione di verifica sull’applicazione delle leggi? L’ho saputo dai giornali”. Un rimescolamento che però non inciderà sulla vicepresidenza dell’Ars che attualmente occupa Foti: “Io – mette le mani avanti – non intendo dimettermi. Sono stata votata. Alcuni e solo alcuni sapevano che c’era una riluttanza nei confronti di Francesco Cappello (l’altro candidato M5S, ndr) e non lo disse. Che l’altro nome fosse il mio si sapeva. Ne avremmo potuto parlare, avremmo scelto un nome”.
Fonte: palermo.repubblica.it – Claudio Reale
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