C’è la necessità di “completare l’azione di ripristino dei principi di legalità”all’interno dell’amministrazione comunale e per questo motivo il Consiglio dei ministri ha prorogato lo scioglimento del Comune di Castelvetrano per infiltrazioni mafiose. La decisione, arrivata su proposta del ministro dell’Interno
Matteo Salvini, è stata adottata nell’ultima riunione formale di governo a Palazzo Chigi e allontana ulteriormente la data del ritorno alle urne per il comune trapanese.
Lo scioglimento era arrivato nel giugno del 2017 e aveva fermato la locomotiva delle elezioni a cinque giorni dal voto che avrebbe dovuto dare un nuovo sindaco a Castelvetrano. In quattro si presentarono ai nastri di partenza ma furono bloccati dagli esiti della commissione di indagine che si era insediata a Palazzo Pignatelli, sede del Comune, a metà marzo per verificare l’esistenza di collegamenti tra la mafia e l’amministrazione comunale, unica istituzioni della città rimasta in piedi dopo l’autoscioglimento del Consiglio nel marzo del 2016 con le dimissioni di 28 componenti dell’assemblea. Una decisione che era stata adottata in polemica con il ritorno in Consiglio di Calogero Giambalvo, arrestato nell’a,mbito del blitz antimafia Eden II ma poi assolto e reintegrato nel ruolo di consigliere comunale.
A guidare il Comune fino all’estate 2017 era rimasto soltanto il sindaco, Felice Errante, che però dovette arrendersi davanti allo scioglimento per 18 mesi, deciso dal governo sulla base del lavoro degli ispettori ministeriali. Ne venne fuori un giudizio impietoso da parte dell’allora prefetto di Trapani Giuseppe Priolo. Un lungo atto d’accusa in cui si evidenziano “ingerenze di soggetti contigui a cosa nostra nei processi di formazione della volontà degli organi elettivi e amministrativi del Comune”. Un quadro definito “inquietante”, con “diversi amministratori” considerati “vicini” alla mafia. Infiltrazioni che avrebbero riguardato anche la maggioranza a sostegno di Errante, che però si difese: “Sono parole dure, a mio parere, a tratti anche violente e immeritate. Quella relazione parla di inopportunità, di vicinanza a soggetti controindicati – obiettò Errante – ma ci sono dentro presunzioni e troppi ‘verosimilmente’. Il tutto senza contestazioni specifiche. el corso del mio mandato sono state prodotte 2.600 delibere di giunta e circa 500 ordinanze sindacali, è difficile capire quali siano gli atti contestati. Sono certo che nessuno di questi atti ha, almeno intenzionalmente, agevolato la mafia”.
Quei 18 mesi decisi di scioglimento decisi dal governo un anno fa, che scadranno a dicembre, secondo l’articolo 143 del testo unico sugli enti locali sono prorogabili fino a 24 e così, pallottoliere alla mano, anche se la nota di Palazzo Chigi non entra nel dettaglio, è probabile che il triumvirato che finora ha guidato il Comune nella città del superlatitante Matteo Messina Denaro resti in sella fino a giugno 2019. A norma di legge la proroga dello scigolimento deve arrivare non oltre il cinquantesimo giorno antecedente alla data di scadenza del provvedimento originario, e così è stato. Per Elisa Borbone, Salvatore Caccamo e Concetta Musca un surplus di lavoro dal momento che secondo il governo bisogna ancora completare il “ripristino” della legalità al Comune di Castelvetrano.
Live Sicilia – Salvo Cataldo