E’ dalla metà dello scorso maggio che è si è aperto il cantiere di lavoro sul fiume Arena; dopo nove mesi di chiusura coatta, di malumori e disagi inumani da parte della popolazione del quartiere Boccarena e dei mazaresi tutti, finalmente, con la velocità del bradipo, le istituzioni preposte al benessere e alla tutela dell’incolumità dei cittadini sono riuscite a dar vita a quel tanto vituperato progetto di “rifacimento” del ponte resosi più famoso di quello veneziano “dei sospiri”. Il “ponte della vergogna” è stato definito da qualcuno e non senza una ragione. In nessun paese veramente civile può accadere una cosa simile; in nessun paese democratico possono essere prese decisioni così impopolari che ledono i diritti e la dignità civile dei cittadini. Le istituzioni e i poteri forti l’hanno spuntata concentrandosi su quell’unico progetto preso per buono, forse in virtù dell’esosità della spesa, e preso in considerazione senza aver voluto valutare alternativa alcuna che avrebbe reso meno pesante il calvario dei mazaresi. Un calvario che a settembre prossimo compirà un anno e di cui non si vede ancora la fine. Istituzioni e poteri forti non hanno voluto sentire altre ragioni, non hanno tenuto conto di altre documentazioni e proposte progettuali che avrebbero abbreviato l’iter del calvario risolvendo in tempi e spese più contenuti la “manutenzione straordinaria” di un ponte che non stava certo crollando e che era pressoché integro nella sua morfologia. A nulla sono valse le dichiarazioni inoppugnabili del progettista originario, le perizie tecniche alternative elaborate da stimati professionisti, le tavole rotonde, i dibattiti, le proteste dei cittadini. Tutto si è scontrato col muro di silenzio istituzionale che ha snobbato ogni iniziativa ritenendola inadeguata allo stile ormai decretato culturalmente del politicallycorrect usato come alibi invocante leggi, cavilli burocratici, legalità, bene comune, welfare con retorica la più sfacciata.
Di fatto, il 20 luglio u. s. il Libero Consorzio di Trapani ha emanato una “nota consolatoria” per i cittadini mazaresi, quasi a catturarne la benevolenza e la comprensione, o per tastarne il tasso di resilienza che sinora si è dimostrato altissimo e civile, ai limiti dell’eroismo: un popolo sottomesso e rassegnato ai diktat dei potentati e alle angherie politiche, così come lo descrisse Tomasi di Lampedusa nel suo Gattopardo. La “nota consolatoria” appare perciò, sul piano pratico, del tutto inconsistente, retorica e falsante il suo stesso oggetto: “Aggiornamento sullo stato dei lavori sul Ponte sul fiume Arena”. In realtà, sullo stato dei lavori, sull’avanzamento, i progressi, i risultati ottenuti, il rispetto delle scadenze e le scansioni del famigerato cronoprogramma nulla è detto. Una nota molto vaga, dove si mettono in luce difficoltà operative e di approvvigionamento dei materiali, a giustificazione dell’enorme ritardo dell’inizio della titanica impresa, che però, si noti bene, si afferma venga portata avanti secondo “un ciclo di lavorazioni settimanali di smontaggio e rimontaggio dei pendini” . Incredibile a udirsi, quasi si ritenga che i lettori, i cittadini siano cretini! In questo la nota è alquanto offensiva: pretende spiegare una situazione banale con parole banalissime convinta di parlare a gente che non capisce niente e si può raggirare con qualche frase fatta. Intollerabile arroganza!
Che ci fossero state delle difficoltà per adempiere l’infausto progetto i mazaresi se n’erano accorti. Per nove mesi è stata ripetuta questa tiritera e adesso la si porta ancora a giustificazione dell’inerzia istituzionale e dello stallo visibile dei lavori eseguiti da pochissimi operai che si aggirano sul ponte come fantasmi. Sarà per questo che la “nota” è reticente sul numero di pendini sostituito in due mesi e mezzo di fervente lavoro? Quanti se ne sostituiscono ogni settimana, dotati come si è di tecnologia all’avanguardia? Quanti ne sono stati sostituiti fino al presente? Quanti ne restano da sostituire? Sono queste le notizie che la “nota” avrebbe dovuto fornire ai cittadini mazaresi; dati concreti, numeri, ritmi dei tempi lavorativi, prospettive di fine lavori. Non sappiamo se le abbia fornite alla civica amministrazione, per colmare le ansie del sindaco che dovrebbe lui stesso chiederle quotidianamente d’autorità, per il rispetto che deve ai cittadini che stanno subendo una gravissima ingiuria e di cui lui dev’essere il difensore e il garante. Eppure questa amministrazione comunale ha difeso l’attuale progetto, escludendo qualsiasi altra possibilità di intervento che restituisse in tempi più rapidi il ponte alla città. Si è scandalizzata delle proteste dei cittadini, come se non fosse un diritto democratico protestare; ma non manifesta scandalo per una situazione che già in partenza è stata scandalosa. Lo scandalo di una Sicilia arretrata, irretita nelle pastoie di una pseudo democrazia e nelle maglie strette di una burocrazia isolana che non ha eguali.
Così, gettando uno sguardo sul ponte vi si scorge una calma piatta, né si vedono attrezzature di alta tecnologia, dato che i pendini vengono avvitati a mano, con l’utilizzo di spranghe da parte di pochi operai in bilico acrobatico sulle gru. Sarebbero questi i lavori di “alta specializzazione” citati dalla “nota” che consentirebbero “di raggiungere efficacemente e efficientemente i risultati anche in termine di riduzione dei tempi delle singole attività lavorative in opera”? con l’auspicio “che i lavori siano terminati nel più breve tempo possibile”? Per essere concreti: quanta riduzione dei tempi di lavorazione è stata sinora ottenuta con siffatte mirabili tecnologie e maestranze altamente specializzate? Bisogna insegnarlo all’Impresa o al Libero Consorzio che quando si parla di “stati d’avanzamento” bisogna fornire numeri, dati concreti e non chiacchiere? Quanto tempo complessivo sia stato preventivato la “nota” non lo dice, né si fa riferimento al rispetto del famoso cronoprogramma invocato con incredibile solerzia dal sindaco di Mazara all’inizio dei lavori.
Neanche il sindaco ha però più dato notizia di sue ulteriori solerti pressioni per l’agognata conclusione dei lavori entro “la prima decade di agosto”, così come il Commissario straordinario Cerami aveva assicurato alla deputata mazarese Vita Martinciglio, ricevendola a Trapani il 16 maggio u. s. poco prima dell’inizio dei lavori. Ma si sa, politici, tecnici, burocrati non hanno memoria lunga e computano il tempo in base ai loro bisogni più immediati e personali che quasi mai o assolutamente mai coincidono con quelli dei cittadini che possono aspettare, senza fretta, i comodi di un sistema che non cambia, almeno nella Sicilia del Gattopardo, nonostante si voglia far credere che tutto sia cambiato e che “diventerà bellissima”. Si ricorderà, fra qualche mese, o fra qualche anno, il commissario Cerami di aver detto nella “nota”che “si prevede la possibile riapertura del ponte a senso unico alternato”? Certo, ma non ha detto quando, in quale anno questo accadrà; è rimasto prudentemente sul vago. Sicuramente si riaprirà, quando tutto sarà ben sistemato, e perché sia ben sistemato anche un bambino lo capisce che ci vuole il suo tempo!
Si accampano perciò pretesti in ordine a “difficoltà connesse alle condizioni climatiche (temperatura, vento, etc,)”, dimenticando, o non avendone nessuna cognizione che nei paesi veramente civili, per sovvenire alle urgenze e ai connessi disagi dei cittadini, si lavora anche di notte, quando la temperatura è più fresca, godendo del supporto delle ormai avanzate tecnologie, quelle vere che in Sicilia non sono mai arrivate, e non perché siamo isola irraggiungibile, ma perché tutte le declinazioni della “dignità” snocciolate dal presidente Mattarella all’atto del suo insediamento, tra gli applausi smodati dei suoi integerrimi elettori, qui in Sicilia non hanno valore. Forse bisognerebbe ricordarlo al presidente Mattarella: nella sua Sicilia non hanno valore, perché noi, gattopardescamente, siamo “a statuto speciale”. Fino a quando si abuserà della nostra pazienza? Fino a quando lo permetteremo!
E’ giunto il momento di alzare la voce, di superare ridicole schermaglie tra comitati e fazioni. Che il sindaco e le forze politiche alzino la voce e trovino soluzioni concrete e immediate per porre fine a questa tristissima e scandalosa vicenda che segnerà per sempre la storia di questa città.
Seguiranno altre comunicazioni riguardanti l’aspetto tecnico e quello amministrativo.
IL PRESIDENTE
Alessandro Culicchia