I primi vaccini anti coronavirus, anche in Sicilia, arriveranno fra fine gennaio e marzo. Negli ultimi giorni si sono infittiti i contatti fra l’assessorato regionale alla Salute e il commissario nazionale anti-Covid, Domenico Arcuri per mettere a punto il piano di distribuzione.
Dovrebbero essere 33 – scrive Giacinto Pipitone sul Giornale di Sicilia oggi in edicola – le sedi pronte a ricevere le fiale e dotate di frigoriferi adatti a contenere il vaccino della Pfizer, che deve mantenere una temperatura di -75 gradi.
Nell’elenco fornito dalla Regione Siciliana ad Arcuri rientrano i principali ospedali di Palermo e Catania, la Banca del cordone ombelicale di Sciacca e almeno un presidio in ogni provincia.
Dalla Regione ipotizzano che Arcuri sceglierà tre o quattro sedi nell’Isola dove far arrivare le dosi.
Resta da risolvere il problema del trasporto. A livello nazionale le aziende del settore sono tutte in pre allerta. Di sicuro verranno coinvolte le forze armate ma negli ultimi giorni alla Regione si è sparsa la voce che anche le Poste potrebbero avere un ruolo sfruttando i loro mezzi e i canali privilegiati. Anche se resta molto concreta la possibilità che sia la stessa Pfizer a far arrivare le dosi, in confezioni da una ventina di fiale che possono resistere a temperature più alte per due settimane, direttamente negli ospedali. Da dove poi la Regione lo trasferirà nelle sedi in cui verrà somministrato. Si tratta di migliaia di persone al giorno da radunare e dunque potrebbe essere riproposta la formula drive in o l’uso di locali ampi come palestre e stadi. Anche se la primissima fase prevede la vaccinazione negli ospedali o in «unità mobili».
Fonte Gds