L’apnea ostruttiva del sonno e il russamento interferiscono nel buon riposo non solo di chi ne soffre, ma anche di chi gli sta vicino. Non tutti conoscono le cause di questi fastidiosi disturbi: facciamo un po’ di chiarezza.
Cos’è l’apnea ostruttiva del sonno
L’apnea ostruttiva del sonno, o OSAS, è una patologia molto diffusa nella popolazione adulta, che consiste nell’interruzione o nel rallentamento, eccessivo e ripetuto, della respirazione durante il sonno. Questo arresto è causato dalla temporanea ostruzione o compressione delle vie respiratorie superiori e può essere di due tipologie: completo o parziale. Nel primo caso si parla di apnea in senso stretto; nel secondo, invece, il termine per descriverla è ipopnea. Chi ne soffre lamenta di solito un brusco risveglio durante la notte: succede perché il nostro corpo forzatamente interrompe il riposo come misura di emergenza, per poter riprendere una respirazione normale. A favorire la comparsa di apnee notturne e russamento possono essere sedentarietà e obesità, legati a un maggiore rischio cardiovascolare.
Gli uomini sono i soggetti più colpiti dall’OSAS
L’OSAS colpisce soprattutto gli uomini, in proporzione doppia rispetto alle donne. A sostegno di questo assunto sono state condotte ricerche sui comportamenti del sonno nella popolazione, da cui è emerso che nel sesso femminile queste malattie del sonno hanno un livello di incisione più basso e una minore probabilità di essere diagnosticate. Un ruolo fondamentale in questo senso verrebbe ricoperto dalle terapie ormonali pre- e post-menopausa.
Russamento o apnea?
Il russamento, o roncopatia, avviene quando l’aria fatica a passare attraverso le prime vie respiratorie, ovvero naso e gola. Il rumore respiratorio che deriva dalla vibrazione delle strutture presenti nel nostro cavo orale, come il palato molle, genera la roncopatia al passaggio dell’aria. La differenza fondamentale tra russamento e apnea ha a che fare con il livello di ostruzione che l’aria incontra al suo passaggio: a causare il russamento è infatti una chiusura parziale delle vie aeree superiori durante il sonno, mentre l’apnea è provocata da un blocco completo delle vie aeree, con una conseguente interruzione della respirazione. Le apnee, inoltre, possono provocare una ridotta ossigenazione dell’organismo, con possibili complicazioni cardiovascolari, metaboliche e psico-neurologiche che vanno a riflettersi sul benessere quotidiano. Disturbi del sonno quali stanchezza, sonnolenza, insonnia, difficoltà di concentrazione o memorizzazione, pressione alta e aritmie sono alcuni dei sintomi più comuni legati a questo disturbo. Quando l’apnea si verifica con una certa frequenza durante le ore di sonno, siamo di fronte alla Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS).
Diagnosi e terapie efficaci per curare l’OSAS
Il primo passo per una corretta diagnosi è rivolgersi a uno specialista otorinolaringoiatra per una visita approfondita. Vari sono gli esami ambulatoriali ecografici utilizzati per diagnosticare efficacemente l’OSAS, da effettuare su prescrizione dello specialista. Tra i più utilizzati c’è la polisonnografia, un test diagnostico eseguito grazie al polisonnografo presso il domicilio del paziente, grazie al quale si possono ottenere risultati molto precisi e determinare il grado di apnea. Le terapie possono variare: si spazia da interventi chirurgici, mirati a ripristinare il corretto passaggio dell’aria, alla semplice prescrizione di riduzione del peso, soprattutto per diminuire la massa grassa nella parte superiore del torace. Uno specialista saprà valutare caso per caso quale è la soluzione più adatta per ciascuno.
Uwell –