Nel giorno in cui la Lombardia diventa zona gialla, il governo pensa a rendere tutta l’Italia zona rossa a Natale. Un modello ‘alla Merkel’, di dure restrizioni anti-covid per tutto il paese nei giorni festivi e prefestivi. Ipotesi e opzioni che trapelano al termine di un weekend di “insopportabili assembramenti”, come li ha definiti il commissario Domenico Arcuri. Il primo fine settimana di shopping e luminarie, con immagini di gente accalcata come se il Covid non esistesse, basta e avanza per frenare le tentazioni di deroga al dpcm di dicembre, dare fiato all’ala dura del governo e ipotizzare – al contrario – un’ulteriore stretta alla mobilità dei cittadini.
Riunione con Cts e Lamorgese
Il quadro è aperto. Oggi riunione tra il Cts, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e i capidelegazione di maggioranza. Nessun partito vuole passare alla storia come sponsor della terza ondata. Tra le possibilità, una sorta di zona rossa nazionale nei giorni festivi e prefestivi, con la chiusura di negozi (ad eccezioni di quelli che vendono beni essenziali), bar e ristoranti. Dovrebbe restare l’allentamento per gli abitanti dei Comuni sotto i 5.000 abitanti potrebbero spostarsi, ma per non più di 30 chilometri. I dubbi riguardano anche la data del giro di vite: o il 20 dicembre, il giorno in cui secondo l’ultimo decreto scatta il blocco degli spostamenti tra regioni, oppure più vicino ai giorni di Natale. Comunque fino all’Epifania Tra le ipotesi che circolano sulla stampa in queste ore anche quella di una stretta più leggera con la chiusura di bar e ristoranti e coprifuoco dalle 18, per fermare cene o ritrovi in case private. Il vertice di oggi servirà proprio a scegliere il mix di interventi ritenuto più adatto alla situazione attuale.
Milano, il centro preso d’assalto
Domenica, la Lombardia ha celebrato il ritorno in zona gialla con ’struscio’ d’altri tempi. A Milano file composte, ma pur sempre file, per un aperitivo in Galleria o per un caffè seduti al bar, ma anche davanti alle boutique della moda. Il Codacons ha chiesto di istituire il numero chiuso nelle vie dello shopping, minacciando di denunciare il Comune per “concorso in epidemia colposa e reati contro la salute pubblica”. Gabriel Meghnagi, presidente della rete associativa vie di Confcommercio Milano, ha però assicurato che “gli esercizi commerciali adottano tutti i criteri di sicurezza”.
Fontana: “Tenere alta l’attenzione quotidiana”
Un richiamo alla cautela è arrivato dal presidente della Regione, Attilio Fontana: “Dobbiamo ricordare che meno sono le restrizioni più deve essere alta l’attenzione quotidiana, in ogni singolo momento. I risultati contro il virus sono stati raggiunti grazie ai sacrifici e alla responsabilità dei lombardi, ai quali va ancora una volta il mio più grande ringraziamento. Questa è la strada su cui dobbiamo continuare”. A Mattino 5, il governatore ha aggiunto: “Bisogna purtroppo tenere conto di quello che succede nelle vie. Quando ci si trova in presenza di una situazione come quella di ieri evidentemente c’erano troppo persone e questo è un assembramento che rischia di essere il veicolo molto privilegiato dal virus per ricominciare a diffondersi”. Per Fontana “è estremamente difficile trovare un equilibrio, anche perché ad un negozio si può impedire l’accesso ma in centro città è praticamente impossibile. Bisogna fare riferimento alla propria coscienza, rendersi conto che certe situazioni possono essere pericolose. Altrimenti l’alternativa è quella di cui parla il Governo, di ricominciare a chiudere e a limitare la libertà, gli eccessi, gli spostamenti da Comune a Comune e io non voglio arrivare a quei punti. Vorrei che la gente potesse essere libera”.
Fonte ilgiorno.it