Il dpcm firmato dal premier Conte potrebbe essere solo il primo provvedimento restrittivo per arginare la diffusione del Coronavirus. Gli scienziati, infatti, non sono pienamente soddisfatti che le norme prese dal governo possano essere efficaci. Dunque il governo tiene in caldo l’eventuale inasprimento delle misure. Lo ha detto senza troppi giri di parole il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri a 24Mattino di Simone Spetia su Radio 24: “Se il virus dovesse circolare di più andranno declinate azioni a livello locale, anche chiusure di una città o di una regione, per prendere fiato e poi ripartire”.
L’attuale dpcm stabilisce solo limitazioni alle attività commerciali, ma non individua zone rosse. “Non ci troviamo nella situazione di marzo, quando ci fu un boom di contagi in pochissimi giorni, di impegno delle terapie intensive, ospedali sovraccarichi, persone che non riuscivano a fare il tampone. Ma è possibile che in alcune aree del Paese possa accadere”.
Il provvedimento firmato domenica avrà la durata di un mese, se non sarà necessario intervenire ancora. Sileri ha aggiunto che “al momento non è in previsione un altro dpcm, ma continua l’azione di monitoraggio: sono state fatte critiche per due dpcm ravvicinati, ma i numeri sono quasi raddoppiati da una settimana all’altra, con alcune aree del Paese nelle quali è oggettivo il sovraccarico dei servizi, quindi era necessario procedere a un atto per proteggere il Servizio sanitario e le nostre strutture”.
Critici anche alcuni esperti che contestano la “leggerezza” delle misure. Fra loro anche il consulente del ministro della Salute, Walter Ricciardi. “Le misure contenute nell’ultimo Dpcm sono un passo avanti, ma non sufficiente per affrontare la circolazione del virus in questo momento – ha detto nel programma Omnibus de La7 -. Le misure – ha aggiunto – vanno prese in modo proporzionato alla circolazione del virus e il virus in questo momento in alcune aree del nostro Paese dilaga incontrollato”.
Intanto crescono le polemiche in tutto il Paese per l’avvio della didattica a distanza nelle scuole superiori. Rivolgendosi agli studenti, oggi il premier Conte ha giusiticato la scelta del governo: “Credetemi, è stata una decisione non facile. Abbiamo lavorato tanto per questa didattica in presenza, oggi dobbiamo integrare la Dad perché la curva del contagio è diventata davvero molto preoccupante ma contiamo di farlo solo per qualche settimana, il tempo per riportare la curva sotto controllo”, ha detto intervenendo in video conferenza alla cerimonia in onore di Willy Monteiro, presso presso l’Istituto Tecnico Industriale Statale “Michele Maria Milano” di Polistena.
Fonte Gds