WhatsApp, Instagram e Facebook down per ore: ecco le cause
Le tre piattaforme online hanno ripreso nella notte. Escluso il sabotaggio, ecco cosa è successo. Un danno da 6 miliardi di dollari
Per sette lunghe ore, ieri (lunedì 4 ottobre), il mondo è rimasto orfano di tre delle principale piattaforme online. A partire dalle 17.30 miliardi di persone non hanno potuto utilizzare le tre applicazioni della galassia di Marck Zuckerberg, Facebook, Instagram e WhatsApp. Un down colossale, il più lungo mai registrato dai tre social. E c’è voluto un lavoro pazzesco, per così dire ‘a mano’, dei tecnici per resettare riattivare progressivamente e faticosamente i server andati in down sui quali gira l’enorme mole di dati scambiati ogni secondo in ogni parte del mondo. Solo verso mezzanotte le tre app hanno ripreso a funzionare e gli utenti hanno potuto, sia pur lentamente, a scambiarsi nuovamente messaggi, a caricare contenuti su Fb o Insta.
Perché è successo?
Ma quali sono state le cause del gigantesco oscuramento (in tilt sono andati anche i siti interni di Facebook)? Secondo una dichiarazione ufficiale, il black-out è stato provocato da modifiche alla configurazione dei router che coordinano il traffico di rete tra i suoi centri dati. “Questa interruzione del traffico di rete ha avuto un effetto a cascata sul modo in cui comunicano i nostri centri dati, bloccando i nostri servizi”. Lo ha dichiarato in un post il vicepresidente delle infrastrutture di Facebook Santosh Janardhan.
John Graham-Cumming, chief technology officer di Cloudflare, intervistato dal New York Times, offre questa spiegazione: il down sarebbe stato provocato da un errore interno, l’errata configurazione dei server: La premessa è che i computer convertono siti web come Facebook.com in indirizzi numerici (IP), attraverso un sistema che l’esperto paragona alla rubrica di un telefono. “Il problema interno che si è verificato in Facebook – spiega Graham-Cumming, al Nyt – è stato l’equivalente del rimuovere i numeri di telefono degli utenti dai loro nomi in rubrica, rendendo impossibile chiamarsi”. È come se improvvisamente fossero stati cancellati i percorsi che consentivano agli utenti di accedere ai server di Facebook.
Esclusa quindi l’ipotesi di un sabotaggio che col passare delle ore lunedì sera aveva preso a circolare.
Il danno economico
Il danno economico è stato colossale. Il titolo è andato a picco a Wall Street, mentre l’agenzia specializzata Bloomberg stima una perdita di 160 milioni di dollari per ogni ora di down, che vuol dire a livello mondiale circa 6 miliardi di dollari.
Il black out
Non solo l’impossibilità di scambiare messaggi (già grave in quest’epoca di smart working) o di caricare contenuti, ma dobbiamo pensare che per ore sono stati inutilizzabili molti apparecchi che ormai funzionano attraverso le piattaforme online (tipo accendere le luci di casa o attivare gli allarmi). Ma anche Facebook non è rimasto immune perché per ore i suoi dipendenti non potevano nemmeno accedere agli uffici perché i badge non funzionavano.