Era il 27 gennaio 1945 quando le truppe sovietiche dell’Armata Rossa arrivano vicino alla città polacca di Auschwitz e scoprirono il campo di concentramento nazista. Un campo di concentramento e sterminio, come raccontano le cronache, in cui i soldati russi trovarono i circa 7.000 prigionieri che erano stati lasciati nel campo dai tedeschi che si erano dati alla fuga. Tra questi, molti erano bambini e una cinquantina aveva meno di otto anni.
GIORNATA DELLA MEMORIA PER RICORDARE LE VITTIME EBREE
Secondo i dati dell’US Holocaust Memorial Museum, in tutto i soldati delle SS uccisero circa 960mila ebrei. Accanto a questi, 74mila polacchi, 21mila rom, 15mila prigionieri di guerra sovietici e 10mila persone di altre nazionalità. Un dato che però contraddice quanto sancito dal processo di Norimberga, i cui documenti parlano di 5.700.000 morti. In ogni caso si è trattato di un genocidio, la cui cronaca ci dice che ad Auschwitz morirono più persone che in qualsiasi altro campo di concentramento.
IL TERMINE SHOAH
Oggi la parola Shoah indica lo sterminio degli ebrei da parte della Germania nazista e dei suoi alleati. In lingua ebraica significa “tempesta devastante” e viene presa in prestito dalla Bibbia, dove è presente nel libro di Isaia (47, 11). Anche se molti accomunano il termine Shoah alla parola olocausto, tra i due termini ci sono alcune differenze di significato. In particolare, con olocausto si fa solitamente riferimento a una forma di sacrificio praticata nell’antichità, in cui la vittima veniva interamente bruciata. Diversamente, invece, la parola Shoah definiva un sacrificio che poteva (e doveva) essere evitato. Proprio per questo in Israele preferiscono utilizzare la parola Shoah per indicare lo sterminio del popolo ebreo da parte di nazisti tedeschi e fascisti italiani. Per questo motivo, in Germania nel 1996 e in Italia nel 2000, i Parlamenti hanno votato per la creazione della Giornata della Memoria, indetta proprio per il 27 gennaio. Sulla scia di questo, poi, nel 2005 le Nazioni Unite hanno proclamato una giornata di lutto internazionale, confermando proprio la data della liberazione del campo di Auschwitz.
L’INSEGNAMENTO DI PRIMO LEVI
Così, proprio come affermava Primo Levi nel suo romanzo Se questo è un uomo, il nostro compito oggi è quello di conoscere, prima di tutto, e poi ricordare. “Se comprendere è impossibile – dice l’autore -, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre”. Per questo motivo, nella risoluzione approvata dalle Nazioni Unite, con la quale viene sancita proprio la nascita della Giornata della Memoria, si esortano gli Stati membri a “sviluppare programmi educativi per infondere la memoria della tragedia nelle generazioni future e impedire che il genocidio si ripeta”.
IL GIORNO DELLA MEMORIA IN ITALIA
In Italia la Giornata della Memoria (o Giorno della Memoria) è stata istituita con la legge del 20 luglio 2000. Il tutto, si legge nel decreto, al fine di ricordare la Shoah, ma anche “le leggi razziali approvate sotto il fascismo, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, tutti gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte. E tutti coloro che si opposti al progetto di sterminio, e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”. Una condanna netta, quindi, nei confronti di un momento e di una parentesi storica che non dovrà mai più ripetersi.