Luci accese, in piena notte, a Palazzo Chigi e al Nazareno, segno di una trattativa che è proseguita ad oltranza, superando di gran lunga la mezzanotte e coinvolgendo pontieri e leader di partito, oltre a Giuseppe Conte. E prosegue in mattinata, con la riunione finale sul programma che è in corso a Palazzo Chigi a cui parteciperanno i capigruppo alla Camera ed al Senato di M5S, Partito democratico e Leu.
“È un buon inizio”, ha detto Lorendana De Petris, presidente del gruppo Misto del Senato, arrivando a Palazzo Chigi per partecipare al vertice: “Abbiamo lavorato sul programma, molte delle nostre priorità le vediamo rappresentate, adesso vediamo la parte finale. Speriamo sempre che ci possano essere ulteriori cambiamenti in meglio”. Per Graziano Delrio (Pd) “restano da fare solo delle limature”.
L’obiettivo, per Conte, forte anche dell’esito della votazione sulla piattaforma Rousseau, resta quello di sciogliere la riserva entro la mattinata e di salire al Quirinale. Possibile già nel pomeriggio il giuramento del nuovo esecutivo, che i mercati mostrano di apprezzare: lo spread è sceso sotto quota 150 punti.
Nuovo governo Conte, la notte delle trattative M5s-Pd-Leu
“Non abbiamo ancora parlato di nomi: siamo un passo indietro, dobbiamo ancora capire se il programma ci consente di dare il nostro sì al governo” aveva dichiarato ieri sera De Petris prima dell’incontro con Conte. “Siamo alle battute finali. O stasera o mai più” aveva aggiunto.
Sono proseguiti in nottata i contatti anche tra i leader del Pd e del M5S, Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio, che dopo aver lasciato in tarda serata Palazzo Chigi, è tornato, poco dopo, nella sede del governo con Vincenzo Spadafora, uno dei tessitori della trattativa con i dem.
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Nomi e caselle sono ancora da definire ma secondo diverse fonti Pd, 5S e dem dovrebbero avere nel governo un numero quasi pari di ministri, nonostante il Pd abbia 104 deputati e 51 senatori (prese il 18% alle elezioni) e il M5S 216 e 107 senatori (vinse con il 30%).
Il toto ministri del nuovo governo Conte
Il primo nodo da sciogliere resta quello del sottosegretario alla presidenza al Consiglio. Conte è determinato ad indicare un uomo di sua stretta fiducia (Roberto Chieppa, tra i candidati) ma sarebbe in corso un braccio di ferro con il M5S, che vorrebbe un “suo” uomo a Palazzo Chigi: in pole ci sarebbe Riccardo Fraccaro, seguito a poca distanza da Spadafora.
Al Mef, invece, salgono le quotazioni dell’unico politico dem rimasto in lizza, l’eurodeputato Roberto Gualtieri, presidente della commissione Bilancio a Strasburgo. Tra i tecnici in ambienti dem vengono citati Giuseppe Pisauro e Salvatore Rossi.
Repubblica.it