Dal 19 al 22 febbraio si sono svolti alla Fiera di Rimini i Campionati della Cucina Italiana, la più importante competizione culinaria nazionale. L’evento, riconosciuto dalla Worldchefs (Confederazione Mondiale dei Cuochi), è organizzato dalla Federazione Italiana Cuochi (FIC).
Ampia è stata la partecipazione alla competizione: 1.500 cuochi, 16 team provenienti dall’Italia e dall’estero, pronti a sfidarsi – in singolo e a squadre – nei 4 giorni di gara, mettendosi alla prova su Cucina Fredda, Cucina Calda, Pasticceria da ristorazione e Cucina Artistica.
Un allestimento imponente, con 4 cucine dedicate alle competizioni a squadre, 6 laboratori per le gare dei singoli e 6 cucine per lo Street Food. E ancora, 45 giudici, 500 tra commissari, assistenti e personale organizzativo, oltre a giornalisti ed esperti del settore , con 60 cooking show live dal grande palco della FIC.
Il tutto per decretare i migliori cuochi italiani nelle 14 categorie in gara (senior e junior), senza dimenticare la valorizzazione dei prodotti italiani, l’educazione a metodi di lavoro basati su qualità, tecnica, rispetto del territorio, attenzione al cibo e lotta allo spreco alimentare.
Ottimi i risultati ottenuti dal Senior Chef Paolo Austero, mazarese verace e docente dell’IPSEOA di Castelvetrano che ha partecipato con un suo studente (Chirafisi Michele) in veste di Junior chef dello stesso istituto, onorando la Sicilia con questo prestigioso risultato nella categoria di gara denominata “Mistery Box”. Entrambi rappresentavano a livello federativo la propria regione conquistando la medaglia di bronzo; ma la felicità di professionista e anche genitore, riferisce lo Chef Austero, si è completato grazie all’altra medaglia di bronzo vinta da suo figlio Salvatore Junior chef emergente dell’Istituto F. Ferrara di Mazara, quest’ultimo già conosciuto in ambito nazionale per altri dignitosi traguardi raggiunti.
“In una competizione nazionale così difficile, dove le regole da seguire sono molte e gli standard elevati, conquistare una medaglia è un traguardo arduo per chiunque, perché occorre un impegnativo lavoro di preparazione, capacità di reggere la tensione fisica e psicologica della competizione e l’inflessibile valutazione di qualificatissimi giudici internazionali. Adesso padre e figlio continueranno con altre Competizioni di livelli nazionali e internazionali per rappresentare una nazione riconosciuta nel mondo tra le mete enogastronomiche più importanti e apprezzate.
Comunicato stampa